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 2019  gennaio 11 Venerdì calendario

Arrivano segnali sonori dall’Universo

I segnali corrono a noi dallo spazio profondo. Un miliardo e mezzo di anni luce dalla terra, una distanza pari a mille volte il diametro della nostra galassia. Dall’ignoto più buio dell’universo sono arrivati dei bisbigli.
Il radiotelescopio canadese «Chime» ha captato 13 segnali in appena tre settimane tra luglio e agosto scorsi, ma i più anomali, e dunque i più interessanti, sono una sequenza di sei impulsi arrivati il 14 agosto del 2018 da una galassia perduta. Si chiamano fast radio bursts, FRB, lampi radio. Durano pochi millesimi di secondo, e alcuni di loro sono arrivati dallo stesso frammento di cielo.
La ripetizione del segnale era avvenuta una sola volta, nel 2012. Il fatto che dopo pochi mesi di utilizzo «Chime» sia già riuscito a captare una sequenza in una fase di rodaggio, genera ottimismo su possibili nuovi risultati nel giro di poco tempo. L’universo che parla non significa necessariamente presenza di vita: può trattarsi di una stella di neutroni ad elevatissima energia magnetica. Quei sei lampi radio sono comunque «qualcosa» di importante.
Dopo le foto del corpo più lontano dalla terra, Ultima Thule, scattate dalla Nasa, e lo sbarco di una sonda cinese sulla faccia nascosta della luna, questo inizio d’anno segna una svolta nell’ascolto dell’universo profondo. E in questa concentrazione di scoperte si inserisce anche l’Italia: ieri l’Agenzia Spaziale Europea ha scelto la joint venture italo-francese Thales Alenia Space (Thales 67 per cento e Leonardo al 33) per guidare la missione satellitare «Flex», Fluorescence Explorer. «Flex» monitorerà la salute della piante del pianeta da una distanza di ottocento chilometri grazie a uno spettrometro, Floris, costruito negli stabilimenti fiorentini di Leonardo, capace di leggere i colori emessi dalle sostanze, in questo caso dalla clorofilla. Il cuore della missione sarà quindi interamente italiano: Floris, mapperà dallo spazio la fluorescenza della vegetazione terrestre con lo scopo di quantificare l’attività di fotosintesi, e quindi la salute vegetale. «Illuminata dal sole», spiega Enrico Suetta, responsabile dei sistemi elettro-ottici di Leonardo, la clorofilla «emette uno spettro luminoso e lo strumento misura due precise lunghezze d’onda, sottilissime». Floris studierà l’intensità del bagliore rossastro emesso durante la fotosintesi clorofilliana, impercettibile a occhio nudo. Il lancio è previsto per il 2023.
Se lo spettrometro legge la terra e l’universo attraverso le emissioni luminose di ogni materia di cui è composto lo spazio, il radiotelescopio interferometrico canadese «Chime» ascolta i segnali radio dell’universo. Inaugurato nel settembre del 2017, si trova nella Okanagan Valley, nel British Columbia. Lo strumento è dotato di 1024 ricevitori radio montati su quattro cilindri di cento metri ciascuno, sensibili a frequenze tra i 400 e gli 800 MegaHertz. I risultati sulla sequenza di onde radio spaziali sono stati pubblicati sulla rivista specializzata «Nature» e presentati al meeting della American Astronomical Society che si è svolto recentemente a Seattle.
Tra le novità rispetto ai lampi captati nel passato: alcune frequenze sembrano essere al limite della rilevabilità, dunque molto basse. E soprattutto è la seconda volta, dopo il fast radio burst del 2012 denominato Frb 121102, che ci si trova di fronte a una ripetizione di lampi.
«Si potrebbe trattare di un corpo denso, come un residuo di supernova», hanno spiegato dal gruppo di lavoro di cui fanno parte tra gli altri scienziati della University of British Columbia, McGill University e University of Toronto, o da una fonte «che arriva dalle vicinanze di un buco nero al centro di una galassia». Ma tutto è ancora da scoprire nell’universo che parla con «segnali ripetuti».