la Repubblica, 11 gennaio 2019
Ford annuncia licenziamenti
L’Europa dell’auto comincia a chiedere il conto. E il primo a pagarlo sarà Ford. Il costruttore americano ha appena annunciato una ristrutturazione nel vecchio continente che porterà a un taglio di migliaia di dipendenti ( attualmente sono 54 mila), alla revisione della gamma di modelli e alla chiusura o ridimensionamento di alcuni stabilimenti. L’obiettivo è quello di “riportare il business alla redditività”, visto che la divisione europea ha perso nel terzo trimestre dell’anno 245 milioni di dollari, in crescita rispetto ai 192 milioni dello stesso periodo del 2017. Negli ultimi 20 anni, inoltre, la quota di mercato del produttore Usa si è quasi dimezzata in Europa, passando dall’11 per cento delle vendite nel 2000 al 6,4% dello scorso anno, mentre la sua redditività operativa ha raggiunto il 3,9% nella prima metà del 2018, una delle più basse del settore, secondo il Centre Automotive Research con sede in Germania. A spiegare per ora a grandi linee l’entità del piano con “impatti significativi” è stato lo stesso numero uno della divisione europea, Steven Armstrong. Secondo il manager alla guida del marchio da giugno del 2017, tra le iniziative che il gruppo intraprenderà nel breve termine, ci sarà «una riduzione dei costi strutturali favoriti dalla riduzione del surplus di forza lavoro attraverso tutte le funzioni». Insieme a tutto questo, la Ford riordinerà i suoi modelli: «Verranno migliorate o abbandonate le linee di veicoli meno redditizie», ha spiegato Armstrong, «e nello stesso tempo affrontato il problema dei mercati meno performanti». Alla domanda su possibili chiusure di stabilimenti, oltre a quello già annunciato a Blanquefort che impiega 850 persone nel sud-ovest della Francia e dove si producono cambi e componenti di trasmissione, il manager non ha escluso nulla, sottolineando che dettagli del piano non saranno divulgati prima della conclusione delle discussioni con le parti sociali. Oltre alla chiusura di Blanquefort, Ford ha già avviato discussioni in Germania per fermare la produzione della C- Max, nello stabilimento di Saarlouis, vicino al confine francese. Ma a rischio ci sono anche altri siti, come quello di Dagenham nel Regno Unito, perché produce motori diesel sempre meno richiesti per le emissioni inquinanti oppure la fabbrica di Valencia dove viene assemblata la monovolume Galaxy, altro modello destinato al declino.