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 2019  gennaio 10 Giovedì calendario

Cani docili o ribelli? Lo dice il Dna

Le razze di cani non sono tutte uguali. Hanno caratteristiche che derivano dalla selezione pilotata dall’uomo nel corso dei secoli per rispondere ai propri bisogni: animali adatti alla caccia, alla custodia delle greggi, alla guardia delle proprietà e perfino alla guerra o ai combattimenti. Una ricerca scientifica dell’università dell’Arizona spiega ora che i tratti della personalità di ogni razza sono presenti anche nel Dna e che questi hanno un forte carattere ereditario. Lo studio, pubblicato sul portale BioRxiv, ha preso in considerazione i dati di 14 mila cani di 101 razze diverse e ha identificato nel loro genoma 131 siti che corrispondono a 14 diversi tratti chiave. I dati genetici sono stati interpolati con dati comportamentali raccolti da un questionario sottoposto a 50 mila proprietari.
Il genoma canino era stato sequenziato nel 2005 ma i ricercatori hanno impiegato molto tempo per individuare i geni che influiscono sulla personalità di ogni razza a causa delle numerose varianti di ogni specie. Dalla ricerca emerge tra l’altro che le caratteristiche maggiormente ereditarie sono l’addestrabilità, la propensione alla caccia e l’aggressività verso gli estranei. Le parti di Dna mappate dalla ricerca contribuiscono a spiegare circa il 15% della personalità di una razza canina.
Poi ci sono le influenze dell’ambiente e la socialità e alla fine sono queste che, nella vita di ogni giorno, determinano il comportamento dei nostri animali domestici. «È uno studio interessante – commenta Roberto Marchesini, etologo e zooantropologo – ma non bisogna cercare una corrispondenza troppo stretta tra caratteristiche genetiche e comportamentali. La ricerca di un singolo gene per spiegare un comportamento, per esempio la pericolosità, in passato ha fatto prendere abbagli perché un carattere comportamentale è sempre frutto di poligenia, ovvero l’interazione di più geni». Per Marchesini bisogna cogliere queste caratteristiche e ragionare perlopiù in termini di predisposizione: ogni razza ha i propri «talenti» che non necessariamente determineranno il comportamento dell’animale perché a influire sarà poi il modo in cui il cane si relazionerà con l’uomo. E viceversa.
«Quando so che una razza ha una certa predisposizione non la devo negare – spiega l’etologo —, si tratta piuttosto di disciplinarla. Conoscere le caratteristiche di ciascun cane è fondamentale: chi accoglie in casa un animale senza prima informarsi rischia di essere negligente e andare incontro a problemi». L’esempio è quello del Rottweiler, che può essere un formidabile cane da guardia (e per qualche criminale pure da attacco), ma che diventa un eccezionale compagno di vita se la sua irruenza viene incanalata ad esempio nel gioco. Oppure quello del Labrador, cane dolcissimo, ma è inutile prenderlo se lo si vuole sempre pulito: appena ne avrà l’occasione si butterà in una pozza d’acqua o fango. O ancora il Jack Russel: è piccolo ma sempre in movimento e non ama gli spazi ridotti. Mentre un Terranova, che pure ha una stazza imponente, per la sua indole può vivere bene in appartamento. «Ogni cane ha anche una sua individualità – chiude Marchesini – che dipende dal suo percorso di vita, soprattutto quello del primo anno».