Libero, 10 gennaio 2019
C’è un universo parallelo, ma tutto al contrario
C’è un Universo, e c’è anche un anti-Universo. Così afferma uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto canadese Perimeter per la fisica teorica coordinati da Neil Turok e appena pubblicato dalla rivista Physical Review Letters. Al momento del Big Bang, 14 miliardi di anni fa, sarebbe nato il nostro Universo, fatto di materia, e in cui il tempo va dal passato al futuro. Ma sarebbe nato anche il suo opposto, fatto di antimateria, e in cui il tempo va invece a ritroso: dal presente al passato. Sembra il plot di un telefilm della serie “Spazio 1999”, clone anglo-italiano anni ’70 di “Star Trek”, dove in un pianeta gli esseri di una dimensione la cui umanità stava andando “dalle stelle alla melma” cercavano di venire nella nostra dimensione per potersi ancorare a un flusso temporale in cui si potesse invece andare “dalla melma alle stelle”. Ma per gli studiosi canadesi è un’ipotesi serissima per spiegare che fine abbia fatto l’antimateria sopravvissuta al contatto letale con la materia agli albori del cosmo. D’altronde, la fisica quantistica l’ha dimostrato: per ciascuna particella di materia può esisterne una simmetrica, dotata della stessa massa ma con carica elettrica opposta, una “antiparticella” che comporrebbe per l’appunto l’“antimateria”. E adesso, con lo studio canadese, viene ipotizzato un «modello cosmologico che permette di estendere l’universo oltre il Big Bang», spiegano. Sorta di versione laica dello scontro tra Luce divina e Tenebra luciferina descritta nel “Paradiso perduto” di Milton, la storia del cosmo in questo schema inizia con uno scontro epico tra materia e antimateria, che si risolve in un lampo di energia con la vittoria della materia. Ma di strettissima misura, e malgrado subito dopo il Big Bang le loro quantità fossero quasi perfettamente simmetriche. Se così non fosse stato tutto ciò che ci circonda o avrebbe un altro aspetto, o più probabilmente non esisterebbe proprio, essendo destinate Materia e Antimateria ad annientarsi nel reciproco contatto. «Si tratta di uno studio interessante e innovativo, anche se ancora da approfondire», ha commentato il vicepresidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) Antonio Masiero. «Se potessimo vivere in questo antiuniverso, vedremmo scorrere tutto indietro nel tempo a partire dal Big Bang, e noteremmo solo antimateria, anzi lo saremmo anche noi. In base a questo modello cosmologico, non ci sarebbe bisogno di un periodo di espansione rapidissima dopo il Big Bang, l’inflazione, per spiegare la produzione di materia, compresa la materia oscura». Qualcosa del genere la fantascienza lo aveva intuito. «Tutti gli universi concepibili esistono. C’è per esempio un universo in cui in questo momento si svolge questa stessa scena, con la sola eccezione che tu, o il tuo equivalente, porti scarpe marrone invece di scarpe nere», spiegava la “palla pensante” Mekky al protagonista di “Assurdo Universo”, romanzo del 1949 di Frederic Brown sul direttore di una rivista di fantascienza che si trova proiettato suo malgrado in un mondo che assomiglia a quello dei suoi racconti, e che ha costituito il modello originario di una varietà di divagazioni sul tema, dai fumetti della Dc a quelli di Dylan Dog passando per i film di “Ritorno al futuro”. La scienza ci dice ora che qualcosa del genere potrebbe esserci davvero. anche se non proprio come gli “universi infiniti” che imperversavano nelle storie di Superman, poi ridotti a uno poiché il lettore non ci capiva più niente. Poi gli “universi infiniti” sono stati adottati dalla Marvel, fino all’ultimo film “Spider man: un nuovo universo”, che chiama a raccolta gli Uomini Ragno paralleli per lavorare assieme. Insomma, la suggestione resta potente, e forse dietro la suggestione c’è una realtà. O una anti-realtà?