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 2019  gennaio 09 Mercoledì calendario

Intervista a Luca Miniero

«Sono l’unico africano che vuole tornare in Africa»: lo dice a un certo punto, con la voce riconoscibilissima di Claudio Bisio, lo scimmione protagonista di Attenti al gorilla, la commedia per famiglie di Luca Miniero (in sala domani) e la battuta rimanda inevitabilmente all’attualità dei migranti. «Ma per carità, anche se il film contiene una metafora sulla diversità e parla di accoglienza, realtà con cui oggi dobbiamo fare i conti, non c’è nessuna presa di posizione politica. Vogliamo soltanto intrattenere il pubblico», precisa il regista di grandi successi come Benvenuti al Nord, Non c’è più religione, Sono tornato.
LA FAVOLA Questa volta Miniero ha arruolato Frank Matano, Cristiana Capotondi, Lillo Petrolo, Francesco Scianna, Diana Del Bufalo e Massimo Di Lorenzo per raccontare una favola sentimental-ecologica che ha per protagonista una famiglia sfasciata che viene rimessa insieme dall’improbabile, travolgente presenza di un gigantesco, disincantato primate più saggio degli umani: è quello che Matano, avvocato mezzo fallito piantato dalla moglie Capotondi e padre assente di tre marmocchi, ha fatto liberare dallo zoo con l’impegno di rimandarlo in Africa. Ma non ha i soldi per il viaggio, così si porta il gorilla in casa dando la stura a una raffica di equivoci, situazioni paradossali, colpi di scena. Fino a scoprire che, come padre e marito, non è poi così male... «Il protagonista vede la propria vita borghese letteralmente distrutta dall’animale ed è costretto ad ospitare la giungla in casa ma anche nel suo cuore», spiega Miniero. «Il film parla dell’istinto che la famiglia spesso mette a tacere e racconta comicamente il pensiero del gorilla convinto che Darwin si sbagliava di grosso». Morale della favola: «Non è l’uomo a discendere dalla scimmia ma la scimmia a discendere dall’uomo». Lo spunto del film, aggiunge il regista, gli è stato dato da un fatto vero accaduto in America e dalla sentenza che riconosceva a un gorilla lo status di “persona non umana” e tutelava perciò i suoi diritti.
L’AMBIZIONE Prendendo in prestito il titolo di una famosa canzone di Fabrizio De André (che a sua volta si era ispirato a Georges Brassens), e sostituendo lo sfondo newyorkese con l’assolata Salerno, Miniero ha confezionato una commedia che, prodotta da WildSide e Warner Bros, ha l’ambizione di attirare il pubblico più ampio possibile, fatto di grandi e piccini. «La gente va meno al cinema, è indiscutibile, ma finora tutta la colpa è stata data a noi autori», ragiona il regista. «Buona parte della responsabilità è piuttosto delle sale: per convincere il pubblico a uscire di casa e comprare un biglietto, i cinema devono essere più confortevoli, devono rappresentare un’esperienza unica come avviene ormai in tutto il mondo». Eppure, nelle sale non ancora “rivoluzionate”, Checco Zalone arriva a incassare 60 milioni... «È un fuori serie, parla alla pancia delle persone e farà sempre quelle cifre. Per rimettere in piedi l’industria servono invece tanti film italiani medi capaci di incassare cinque milioni».
IMPROVVISAZIONE
Ventinove anni, metà italiano di Carinola (in provincia di Caserta) e metà americano, cinque milioni di follower sui social, Matano è l’unico youtuber convertito al cinema che abbia avuto successo. L’abbiamo visto al seguito di Benito Mussolini redivivo in Sono tornato e ora, nel nuovo film di Miniero, ospita lo scimmione e ritrova la voglia di amare e fare il padre. «Ho accettato di girare Attenti al gorilla colpito dall’aspetto surreale, quasi rock’n’roll, della storia», spiega l’attore, che l’11 gennaio riprenderà su Tv8 il ruolo di giudice del talent Italia’s got Talent accanto a Bisio, MaraMaionchi, Federica Pellegrini. «Sul set sono stato lasciato libero di improvvisare, mi sono divertito molto. E mi sono confrontato molto con Lillo, che interpreta il mio vicino di casa comicamente mammone. Tra noi è nata una bella amicizia». Divertono, nel film, anche Francesco Scianna che interpreta il nuovo fidanzato dell’ex moglie di Matano e la Capotondi nel ruolo di una iper-ansiosa madre mediterranea. «Il mio personaggio», spiega l’attrice romana, «scopre che la famiglia perfetta non esiste. La felicità nasce in un contesto più fluido, “allargato” in cui anche un gorilla può fare la sua parte». Cristiana riconosce il «valore terapeutico» degli animali. «Li ritengo utilissimi all’educazione dei bambini. Io stessa sono cresciuta con tanti cani». Anche Matano ha avuto un’esperienza analoga: «In casa abbiamo avuto sempre tanti cani», racconta. «Mia madre è appassionata di barboncini e ha popolato tutto il paese».