Corriere della Sera, 9 gennaio 2019
Andrew Basso, la rockstar della magia
Con una valigetta piena di sogni e di magie, il piccolo Harry Potter di Borgo Valsugana, in Trentino, prima ha conquistato Las Vegas, poi il mondo. Oggi Andrew Basso, 33 anni, «The Escapologist», l’uomo delle imprese impossibili considerato l’erede del grande Houdini, è una rockstar della magia. Con un cast di sette maghi da «hit parade» (Luis De Matos, The Master Magician; Yu Ho-Jin, The Manipulator; James More, The Deceptionist; Kevin James, The Inventor; Enzo, The Unforgettable; e Sos&Victoria, The Transformationists) sarà in tour da Broadway e Las Vegas a Milano (Teatro Ciak, 23-27 gennaio) e Roma (Palazzo dello Sport, 31 gennaio-3 febbraio) con «The Illusionists», show da 53 tecnici, 120 luci, 4 Tir, un mega schermo a led di 130 metri quadrati.
Il suo numero, Water Torture Cell, la cella della tortura, ha dell’incredibile: appeso a testa in giù in una stretta vasca d’acqua rettangolare riempita con 400 litri d’acqua, ammanettato e avvolto da tre giri di catene, ha 4 minuti per liberarsi e scappare.
«Ho cominciato con i primi giochi di magia 8 anni, dopo aver visto una piccola compagnia di giro esibirsi nella piazzetta del mio paese, Borgo Valsugana – racconta Andrew —. Piccole acrobazie che ai miei occhi di bambino apparvero straordinarie. Decisi che volevo fare parte di quel mondo». Qualche numero lo aveva già messo insieme: «Per Natale avevo chiesto il Canta Tu e con quello, una cassetta degli 883, tre palline da tennis e due bastoncini, allestii il mio primo one man show: mi esibivo alla fiera di paese o in qualche festa».
Piccole giocolerie prima che la magia lo investisse «come un treno in corsa». «Alla Fiera del tempo libero di Bolzano vidi gli occhi di mia madre illuminarsi al numero di un mago che faceva sparire una pallina rossa sotto tre bicchieri. Ricordo di aver pensato: se riesce a farlo lui posso riuscirci anch’io. Creare un’emozione è quello che mi spinge ancora oggi». Da quel momento Andrew si vota alla magia: per un anno va a scuola dell’illusionista Sergio Molinari, a Torino («Ogni lunedì mio padre, che faceva il rappresentante e si alzava alle 5 di mattina, mi accompagnava dopo il lavoro, mi aspettava quattro ore in macchina per poi tornare a casa»), che gli insegna tutti i trucchi del mestiere.
Per il salto di qualità, però, Andrew deve andare in America. «Con i miei piccoli spettacoli avevo messo da parte un gruzzoletto. Volai a Las Vegas, al World Magic Seminar di Lance Burton». Grazie a una borsa di studio offerta dal mago, Andrew studia con i più grandi nomi della magia, tra cui David Copperfield, il suo idolo, «e altri maghi dal talento incredibile. Fu quella la vera magia, poter apprendere da mentori dall’enorme talento».
La magia non è fatta però solo di trucchi e segreti, ma anche di sessioni di duro allenamento e preparazione fisica e mentale. Nel 2012, alla Sydney Opera House, il suo numero gli è quasi costato la vita. Gli escapologisti devono infatti imparare a governare il battito cardiaco: «In quell’occasione, per l’emozione persi la concentrazione, il cuore cominciò ad andare a mille e, nel panico, dimenticai la routine. Mi tirarono fuori al limite». Che rapporto ha con la paura? «Oggi ha sfumature diverse, è più calcolata; ma c’è sempre la sfera dell’ignoto. A influire sulla performance può bastare un colpo di tosse, uno starnuto, l’eccessiva sicurezza. Cerco sempre di ricordarmi quello che lo spirito del mio maestro Houdini mi sussurrò all’orecchio quando ero bambino: “Questa è la strada da percorrere”».
E proprio al suo mentore è legato un portafortuna cui Andrew tiene tantissimo, un anello su cui è montata una scheggia di vetro. «L’ho comprata a un’asta pagandola diverse migliaia di sterline. È un frammento della vasca d’acqua originale in cui si esibì Houdini, esplosa in mille pezzi quando il museo a lui dedicato, alle Niagara Falls, andò distrutto in un incendio, uno dei pochi oggetti che David Copperfield, grande collezionista di memorabilia, non è riuscito a comprare. Questo anello mi protegge, è il mio portafortuna».