la Repubblica, 9 gennaio 2019
Quanti errori nei quiz all’istituto di cultura
La nostra meglio gioventù parteciperà al concorsone per funzionari culturali nella pubblica amministrazione che si apre il 14 gennaio sapendo che molte delle domande del test di preselezione sono sbagliate. Non è certo un buon inizio. Ragazzi che sognano di mettere a frutto lauree, master, lingue straniere e chissà magari un giorno diventare direttori di un Istituto di cultura italiano all’estero. Oltre 15mila i candidati per 44 posti disponibili.
Come nel caso dei quiz per la patente di guida, il primo passo per prepararsi è rispondere alle domande: sono 2300, pubblicate sul sito del ministero degli Esteri, e spaziano tra letteratura, cinema, diritto, storia e contabilità. Superata la preselezione (cinque scaglioni dal 14 al 18 gennaio) potranno accedere alle prove scritte. Peccato però che i quesiti a risposta multipla siano zeppi di errori e prepararsi all’esame con questa griglia sia impossibile.
Esempi. Sbagliata la data del film Ossessione di Visconti, indicata come 1942, mentre esce l’anno dopo. Le risposte sommano inesattezze: le prime due collocano il film durante la Repubblica di Salò, ma Ossessione esce nel maggio del 1943, quattro mesi prima della nascita della Repubblica Sociale Italiana. La terza fa di quell’esordio di Visconti languido e crudamente realistico (un torbido triangolo d’ amore e tradimento osteggiato dal regime) un film che “difese i canoni fascisti”. Il povero candidato continua a questo punto a scorrere le domande. Arriva alla domanda 1326 e si trova di fronte il nome di Valerio Adami, che lì per lì non gli dice molto. La domanda però è diretta, mettendo in campo la sua cultura generale può farcela: «Come si presenta la pittura di Valerio Adami negli anni Trenta del XX secolo?». Ma Adami è nato nel 1935 e non risulta un Adami enfant prodige che firmasse opere già a cinque anni.
Clamoroso poi lo sbaglio sull’identità di Giuseppe Bertolucci. La risposta giusta dovrebbe essere la A: Bertolucci è il produttore del film di Luciano Manuzzi Sconcerto Rock. Ma si tratta del fratello, di Bernardo.
Altro che sconcerto, smarrimento totale, al quale dovrà dare una spiegazione la commissione interministeriale Ripam responsabile del concorso, istituita per la “riqualificazione della pubblica amministrazione” (oltre il danno anche la beffa) e che si avvale di personale messo a disposizione dal Formez Pa. Qualcuno dovrà spiegare – ieri nessuna risposta né al telefono né via mail – come sia possibile sbagliare così o confondere i candidati con domande vaghe.
Quella su Tornatore è un capolavoro impugnabile da bande rivali di critici cinematografici: «Secondo una parte della critica, Tornatore può essere uno dei pochi registi italiani d’oggi a pensare in grande, rifacendosi alla tradizione cinematografica di: A) Michelangelo Antonioni; B) Bernardo Bertolucci; C) Luchino Visconti». Qual è la risposta giusta? Così come le interpretazioni della canzone Ritornerai di Bruno Lauzi: sarà più alla Aznavour (A) o alla Brassens (B) o più vicina alla Swinging London (C)? Risultato: tutti scontenti, anche gli interni alla PA. Otto posti riguardano passaggi d’area di personale interno, ma le coordinate non sono chiare e un contabile potrebbe ritrovarsi direttore di un Istituto di cultura.
Intanto la Cgil Esteri denuncia le anomalie e su Facebook molti candidati hanno costituito gruppi e pensano a lettere e ricorsi: qualcuno ha postato una lettera indirizzata al ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno. Finisce con una domanda semplice: «Quali garanzie di superamento del concorso possiamo avere in tali condizioni?». Un’altra candidata, Claudia Collacchi, ci spiega al telefono che in genere le risposte vengono pubblicate prima e invece stavolta non è successo. Perché? Per non dare appigli a eventuali contestazioni? Claudia ha 43 anni, due lauree, parla quattro lingue. Oggi fa la guida turistica, vuole cambiare vita. Proverà a rispondere alle 70 domande finali scelte tra migliaia. Speriamo le capitino quelle senza errori.