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 2019  gennaio 09 Mercoledì calendario

Il più grande museo del mondo è nelle casseforti svizzere

Il più grande museo al mondo non è l’Ermitage a San Pietroburgo o gli Uffizi a Firenze, i Musei Vaticani e così via. No, si trova in Svizzera, o meglio nelle banche svizzere. L’asserzione, più volte dichiarata, è stata ribadita anche da Silvano Vicenti, presidente del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici Culturali e ambientali, nel presentare a Roma l’opera Dama con pelliccia, attribuita a Leonardo da Vinci. Questo quadro è custodito nel caveau di una banca svizzera ed è l’ennesima testimonianza dell’esistenza di un mondo di tesori nascosti proprio nelle stanze superblindate di Ginevra, Zurigo, Basilea e via dicendo. Capolavori persino mai catalogati, di cui si è favoleggiato nei secoli o che sono improvvisamente scomparsi dai radar di studiosi e collezionisti... A loro volta, questi tesori custoditi sono diventati un mito, dalle basi concrete, però, e quindi da difendere e da proteggere, senza farne sapere la reale consistenza. La Svizzera, comunque, è il sesto mercato mondiale nel settore delle aste, secondo il sito specializzato Artprice. E ospita ArtBasel, la più importante fiera mondiale d’arte contemporanea. Pullula di gallerie, musei, fondazioni. Storicamente la Confederazione ha sempre attirato un gran numero di collezionisti stranieri, grazie alla sua stabilità politica e finanziaria, ai vantaggi fiscali e alla discrezione di cui possono godere. Questo può spiegare perché, nonostante questa evidenza, la Svizzera, nel 2014, non figurava nella classifica dei dieci Paesi con il più alto numero di grande collezionisti. Nel territorio svizzero sono presenti multinazionali delle aste come Christie’s e Sotheby’s e bisogna ricordare che molte vendite non sono del tutto “pubbliche”, perché spesso non si sa chi c’è dietro la cornetta telefonica che fa l’offerta per aggiudicarsi un pezzo, né si sa di quale prezzo, né chi sia il reale venditore. E spesso le operazioni di compra-vendita si concludono con pagamenti in contanti, quindi non tracciabili.