il Giornale, 9 gennaio 2019
C’è la crisi dei cellulari, difficoltà anche per Samsung
C’era da aspettarselo: il mercato ormai maturo degli smartphone, dopo Apple, fa soffrire anche i conti della storica rivale Samsung. Le stime del gruppo coreano indicano, per il trimestre tra ottobre e dicembre 2018, un utile in calo del 28,7% rispetto allo stesso trimestre di un anno prima, a circa 9,8 miliardi di dollari. In flessione dell’11% anche il fatturato rispetto alle previsioni degli analisti.
Samsung ha messo le mani avanti, visto che a fine mese pubblicherà i risultati che includono il periodo natalizio, solitamente molto fecondo per i produttori di smartphone. I grandi del settore fanno fatica ad innovare prodotti già tecnologicamente molto avanzati e con prezzi elevati. Per Samsung il campanello d’allarme era suonato già a luglio quando la società aveva annunciato vendite sotto le attese, in particolare del Galaxy S9, che ora costa poco più di 400 euro, dagli 800 iniziali. Certo sul bilancio del gruppo coreano influisce la domanda debole per i chip di cui è leader di mercato. Anche in questo caso, come per gli smartphone di alta gamma, pesa il rallentamento dell’economia cinese, dovuto anche alla guerra dei dazi tra Usa e Cina. Questo fattore fa si che molti consumatori cinesi preferiscono comperare smartphone targati Huawei o Xiaomi che sono, per l’appunto cinesi e che fanno prodotti performanti a prezzi inferiori rispetto a Samsung e ad Apple. Il risultato è una perdita di quota di mercato da parte del big coreano che è il primo produttore al mondo di smartphone, passato dal 21,2 al 20,1%. Mentre Apple, pur irrobustitasi dall’11,9% al 13%, è stata scavalcata da Huawei (che dal 9,9 è cresciuta al 14%) ed è inseguita da Xiaomi (9,2%) e Oppo (8,7%). I produttori cinesi dunque guadagnano posizioni nella classifica mondiale e rubano quote a Samsung e Apple in un mercato cinese in contrazione a causa del rallentamento economico. Samsung e Apple sono comunque produttori di smartphone molto diversi tra loro. Il primo infatti, dopo aver privilegiato l’alto di gamma sta tornando a puntare sulla fascia medio bassa mentre il secondo può contare sulle ricche vendite del suo Apple Store che, solo nel periodo natalizio, ha fruttato oltre un miliardo di dollari di ricavi. Questo perché Apple ha un sistema operativo proprietario, iOs, mentre Samsung si appoggia sull’Android di Google. La società coreana spera di recuperare con nuovi modelli come il Galaxy S10 e lo smartphone flessibile che dovrebbe arrivare entro l’anno. Il gruppo, che ha retto bene al ritiro dal mercato per problemi di batteria del Note 7 del 2016, grazie all’equilibrio del suo bilancio, non è coinvolto direttamente nella battaglia dei dazi tra Usa e Cina ma ne ha comunque risentito. Negli Stati Uniti infatti si concentra gran parte del suo export di componentistica che produce circa l’80% dei margini. Ma la domanda di server e pc negli Usa è calata, impattando sui prezzi dei chip. Da un lato dunque per Samsung la crisi degli smartphone pesa sul fatturato, mentre quella degli avversari (come Apple e Huawei a cui vende chip) e degli altri clienti, sui margini. In Borsa ieri il titolo ha perso l’1,68%; rispetto ai massimi di aprile la caduta arriva a -28 per cento.