Libero, 8 gennaio 2019
A Matera, capitale della cultura, solo due librerie
Il paradosso è che a Matera, Capitale europea della Cultura 2019, ci sono 300 bed and breakfast per ogni libreria; e che, solo nell’ultimo anno, sono nati circa 30 nuovi punti di ristorazione, tra pizzerie, bar e ristoranti, e nessun nuovo punto lettura. Una tendenza drammaticamente confermata anche dalla classifica di fine anno de Il Sole 24 Ore, secondo cui, all’interno della sezione Cultura e tempo libero, la città lucana figura al penultimo posto, 106esima su 107, per quantità di librerie all’interno di tutta la provincia: nel Materano ce ne sono appena 7, con una media di 3,5 librerie ogni 100mila abitanti. I dati testimoniano come, quello che è stata annunciato ufficialmente ieri in conferenza stampa e che verrà inaugurato il prossimo 19 gennaio, rischia di essere non l’anno della cultura, ma l’anno di un turismo mangereccio, mordi e fuggi, in cui gli autoctoni proveranno a sfruttare l’occasione, improvvisandosi ristoratori e albergatori, un po’ come accaduto già in Salento con l’ondata del turismo di massa… Chiariamo, da innamorati di Matera, che quel luogo avrebbe tutti i requisiti per riaffermare la centralità della civiltà europea sotto gli aspetti religioso, antropologico, urbanistico. Nella città-presepe ha attecchito la civiltà rupestre, una delle prime forme di convivenza umana in Occidente, e lì ha saputo anche sedimentarsi un cristianesimo primitivo, influenzato da matrici pagane, sospeso tra culti della terra e tensione al Sacro, tra immanenza e trascendenza; lì hanno preso vita forme di arte, non solo nel senso delle espressioni figurative, ma anche di un’architettura avveniristica capace di modellare le case in rapporto alla Natura, restituendo anima a una materia inerte come i Sassi. C’è tutto l’ingegno umano, la sua capacità di sopportazione agli elementi naturali, e la sua innata spinta alla convivenza con i propri simili, in quel luogo, così come c’è il fascino di un habitat fuori dal tempo, che resiste alla modernità col suo richiamo ancestrale.
LUOGO DA CINEMA
Quel fascino lo ha reso anche ideale set cinematografico, dove è stato possibile girare film di ambientazione sacra, dalla pellicola di Pasolini a quella di Mel Gibson, e più recenti fiction. Ma, proprio per questo, è un crimine non riempire di pagine scritte quel posto abitato dalla pietra, è una colpa grave non associare la Carta ai Sassi. Ti cadono le braccia quando leggi che in città le uniche due vere librerie sono la libreria dell’Arco e il Mondadori Store, più altre piccole cartolibrerie o centri lettura che raccolgono per lo più testi datati e di cultura locale. Ti viene lo sconforto quando leggi che i materani, gente tenace e intraprendente, piuttosto che investire in nuovi circoli di lettura, poli di aggregazione culturale e vendita libri, hanno puntato su strutture ricettive e di ristorazione. Come ci riferiscono da Federalberghi Matera, solo nel 2018 sono nati in città circa 80 nuovi “bed and breakfast” e case vacanza, con una crescita annua del 15% che ne ha fatto lievitare la quota totale a oltre 600. E parliamo solo delle strutture censite perché, ci dicono da Apt (Azienda di Promozione Turistica) Basilicata, esistono almeno altre 250 case vacanza e strutture non rilevate. Quanto a pizzerie e ristoranti, ai 160 già esistenti se ne sono aggiunti nello scorso anno una trentina, con un aumento del 20% (dati Federalberghi). Una crescita giustificabile, se si considera che durante quest’anno dovrebbero arrivare nella città lucana circa 750mila visitatori, con un aumento del turismo del 15%. Ma anche un andazzo che pare tristemente confermare quanto scrisse un anno e mezzo fa in un tweet l’editore Alessandro Laterza: «#Matera2019 capitale di che cosa? Di b&b e pizzerie?».
LA GAFFE DEL MINISTRO
Ecco allora, l’esigenza di cultura. Tra le iniziative più interessanti presentate ieri, per voce del dg della Fondazione Matera-Basilicata 2019 Paolo Verri, ci sarà un’ampia sezione su design e mostre con due progetti pilastro curati da Joseph Grima: Open Design School, in cui verranno messi a punto tutti gli allestimenti dell’anno, e I-Dea, sulla storia artistica, urbanistica e antropologica della Regione Basilicata, con una serie di mostre a tema, da “Ars Excavandi”, dedicata alle civiltà rupestri nel mondo, a “Rinascimento visto da Sud”, sulle più importanti emergenze culturali, fino a “La poetica dei numeri primi”, con un particolare focus su Pitagora. E non mancherà neppure la musica, con i 2.019 musicisti convocati da tutta Europa in occasione dell’apertura e la chiamata a raccolta delle bande lucane e di numerose marching band europee. Ma appunto, nella Regione dove Carlo Levi scrisse Cristo si è fermato a Eboli, nelle terra di Rocco Scotellaro e dei Basilischi, nella patria di Orazio, si sarebbe dovuto puntare con più decisione sulla letteratura e i libri. Anche per farli vendere. Così, mentre ieri il ministro per il Sud Barbara Lezzi, incappando in una mezza gaffe, ha ammesso che a Matera «è tutto pronto ma con ritardi», e mentre il rinnovamento della stazione della città attende ancora di essere ultimato (lo sarà, forse, solo a fine 2019), il ritardo principale pare essere quello culturale. Non vorremmo che Matera 2019 venisse ricordata come un’occasione persa di cui non resterà traccia nei libri. Anche perché degli stessi libri qui si fatica a trovare traccia.