il Giornale, 8 gennaio 2019
Tesla firma un assegno da 5 miliardi e apre una maxifabbrica a Shanghai
Sarà di Tesla il primo stabilimento straniero di automobili in Cina. L’annuncio è stato accolto positivamente da Wall Street dopo un inizio d’anno difficile per la società guidata da Elon Musk. Tesla ha infatti chiuso il 2018 con dati trimestrali deludenti (consegne in calo), oltre alle preoccupazioni per il taglio degli incentivi green da parte della Casa Bianca.
In un paio d’anni, la «gigafactory» che nascerà a Shanghai dovrebbe essere pronta. A imprimere un’accelerazione al progetto della Casa americana specializzata in veicoli elettrici, gli alti e bassi nelle relazioni tra Usa e Cina. Proprio in questi giorni – e non è un caso – una delegazione di Washington si trova a Pechino per cercare di porre fine alla guerra commerciale tra i due Paesi. L’investimento stimato per l’impianto ammonta a 5 miliardi di dollari, in pratica quasi quanto Fca ha previsto di spendere in Italia, da qui al 2021, per rinnovare i propri stabilimenti. La capacità è di 500mila unità l’anno.
A Shanghai saranno prodotte le versioni più economiche di Model 3 e di Model Y, destinate al mercato cinese. Model 3 è la vettura di Tesla che costa meno e sulla quale Musk ha scommesso per moltiplicare le vendite dell’azienda e incrementare il fatturato. Al momento, la nuova berlina è offerta soprattutto negli Stati Uniti e nelle versioni più accessoriate; in Italia sarà disponibile entro il prossimo marzo al prezzo di 59.600 euro.
La Cina, oltre a essere il primo mecato mondiale dell’auto, ha impostato il proprio futuro sulla mobilità a emissioni zero. «Non vediamo l’ora di iniziare il processo di costruzione della gigafactory di Shanghai», ha tweettato Musk. Nuova è anche l’immagine del profilo sul social, con un paio di baffi in stile cinese sopra una foto del tycoon. La costruzione è appena partita: la fabbrica occuperà un’area di 85 ettari.