Corriere della Sera, 8 gennaio 2019
Le case di legno, leggere e sicure
Quarantasette metri e mezzo verso il cielo. Si comincia in questi giorni e si andrà su spediti alla media di un piano ogni tre giorni. A maggio inizieranno a consegnare i primi quattro. La Cross Lam Tower di Jesolo diventerà il più alto grattacielo in legno d’Europa: 105 tonnellate di abete per realizzare 28 appartamenti verticali, di cui quasi la metà sono già stati venduti. Non sarà uno sfizio architettonico. Ma l’ulteriore conferma che qualcosa di grosso è cambiato nel modo di costruire. Qualche giorno fa anche L’Economist ha spiegato perché la rivoluzione non può attendere: «È più sicuro e sostenibile. Mattone e cemento sono il passato». Anche a Berlino, come in gran parte d’Europa, stanno iniziando a ragionare su qualcosa di simile. Perché la bioedilizia tira e gli architetti si sono convinti che il legno non è solo il materiale del futuro, ma anche l’unico possibile. Un futuro in cui per ovvi motivi di sovraffollamento si costruirà sempre meno, ma meglio.
È il pensiero ecologico che si fa strutturale. I materiali naturali che hanno stregato Renzo Piano. La materia prima con cui è cresciuto, prima come artigiano che come designer, anche Michele De Lucchi. «In tanti hanno iniziato a sentire il peso di questo pianeta in difficoltà. Il legno è più leggero, un materiale senza limiti che dà atmosfera in modo naturale. Il mio processo creativo è di parte: quando ho un’idea invece di usare la matita prendo la motosega», racconta l’architetto. Verrebbe da pensare che si è perso tempo dietro alla sindrome da chalet di montagna. Oggi il legno si sta prendendo le metropoli. Secondo gli ultimi dati di Federlegno, è una crescita costante del 7% annuo. Se negli anni Ottanta 5 case su 100 erano in legno, oggi si arriva alla media di 14. L’Italia è quarta in Europa, dopo Germania, Svezia e Regno Unito. Lo spartiacque emotivo è stato il terremoto di L’Aquila, nel 2009. «Quando la gente ha capito che il legno è il materiale più adatto a durare nel tempo» spiega Emanuele Orsini, presidente di Federlegno.
L’altro grande freno è caduto nel 2011 con il Decreto Monti che ha abolito il limite d’altezza di 3 piani per gli edifici in legno. E così, ad esempio, a Milano è partito un grande progetto di social housing in zona San Siro: 27 metri, 9 piani, costruiti a tempo di record. Per consegnare una casa con struttura in legno chiavi in mano basta qualche mese. Un quarto dei tempi medi richiesti dall’edilizia pesante. Così ormai si costruiscono chiese, supermercati, scuole.
Il designer
Michele De Lucchi: «In tanti hanno iniziato a sentire il peso di questo pianeta in difficoltà»
A favore dell’edilizia verde ci sono i ritmi della natura. Il legno che si utilizza come materiale si rigenera in tempi velocissimi: l’anima green della rivoluzione è salva. «Ma c’è anche un tema di riciclo che anima molti architetti. Perché possono rinascere fibre composite adatte a nuovi progetti» aggiunge l’architetto Luca Molinari. C’è poi un discorso di opportunità: l’Italia negli ultimi anni ha importato circa l’80 per cento del legno da Austria e Germania. Ma la tempesta che si è abbattuta sulle Dolomiti a fine ottobre ha lasciato per terra 15 milioni di metri cubi di alberi. Solo una piccola parte è stata recuperata. Il resto va salvato e utilizzato entro la primavera.
Ma come sempre succede alla fine pesano soprattutto le questioni di portafoglio. «Costruendo in legno si riducono i consumi energetici. Anche le banche hanno iniziato a dare mutui agevolati e pure le assicurazioni costano meno» conclude Orsini. L’ultimo grande tabù a scricchiolare è quello del pericolo d’incendio: «Il legno carbonizza alla velocità di 1 centimetro l’ora. Consente, nel caso, un tempo di intervento di almeno 120 minuti. Cemento e acciaio, surriscaldandosi, collassano molto prima».