la Repubblica, 7 gennaio 2019
Le stravaganze dei calciatori
Bistecche d’oro e galline al guinzaglio, isole greche regalate a un amico che si sposa e macchinoni con il box doccia incorporato. Se prendete un calciatore milionario e lo lasciate libero di comprare quello che vuole, costui in nove casi su dieci farà impallidire Andy Wahrol. La cena di Frank Ribery in Qatar a base di un filetto a 18 carati da 1200 euro, rissosa coda social e multa al francese da parte del Bayern, è soltanto l’ultimo esempio della curiosa mistura di pop art, tendenze kitsch e senso dell’estremo con cui una star del calcio renderà sobrio persino il gusto dei Casamonica per l’arredamento. Non si tratta solo di opulenza, ma dell’applicazione della medesima nello smisurato territorio del bizzarro. È così da sempre, ma nell’era di Internet si vede di più. Gigi Meroni portava a spasso una gallina per affermare un senso di libertà, e Kevin Keegan passeggiava in pelliccia bianca ( anche Cassano) perché gli andava. Era solo personalità. Poi è arrivato un mondo a forma di Beckham e niente è stato uguale. L’inglese comprò Villa Versace per 43 milioni di euro, e una residenza nell’Hertfordshire presto ribattezzata” Beckhingham Palace”. Cristiano Ronaldo donò all’amico procuratore Mendes un’isoletta nel giorno delle nozze, e comprò pure la statua di cera di sé stesso completa di stilista per aggiornare il look ( 20 mila euro, robetta). L’isola è un tema che evidentemente piace, se Ibrahimovic ne ha acquistata una sul lago Mälaren, a ovest di Stoccolma, per 2,5 milioni e se Gareth Bale ne ha affittata un’altra nelle Baleari per la proposta di matrimonio alla futura sposa ( Ibra, peraltro, ha comprato una chiesa evangelica per 11 milioni di euro e l’ha trasformata in relais). «Io sono matto», ha spiegato invece Paul Pogba a chi gli domandava il perché di un calciobalilla di cristallo in salotto, del logo PP su ogni angolo di casa o dell’abbigliamento e della Rolls con autista per andare agli allenamenti. Nulla in confronto al camion con cui Walter Pandiani, ex Espanyol, si presentava ogni giorno allo stadio, o del carrarmato di Muntari lasciato per fortuna in garage. Nessuna esagerazione è definitiva. Djibril Cissé mise nel suo Dodge Rom la doccia, un bancone per preparare i cocktail e una postazione da dj. Qualcosa da fare invidia persino a Mario Balotelli, un altro con la statua di sé stesso in giardino accanto a fontane personalizzate, enormi leoni di pietra e un maialino vivo da portare a spasso come un bassotto. Tutti abbiamo vinto un pesce rosso al luna park, molti sono poi passati alla vaschetta più grande ma solo Thierry Henry ha piazzato un acquario da dodici metri in giardino, facendolo girare attorno alla scalinata. E se i vicini schiamazzano? Semplice, basta fare come Messi che ha staccato un assegno da 800 mila euro, ha comprato la casa in questione e ha, diciamo così, sfrattato i coinquilini molesti. Rivolgersi all’amministratore gli sarà sembrato banale. Banali non erano gli occhiali di Dani Alves col tergicristallo o le sue fantasmagoriche giacche damascate, e neppure il cavallo di Wayne Rooney di nome Tomway: siccome un giorno la bestiola aveva rotto il naso a un istruttore, Rooney affiancò al cavallo una specie di psicoterapeuta comportamentale per gestirne gli umori. Cavalli, la passione di Arturo Vidal: il più prezioso della sua scuderia vale 500 mila euro. Volendo stravincere, Ryan Giggs e Gary Neville hanno comprato per una ventina di milioni di sterline un hotel di fronte all’Old Trafford: camere con vista sullo stadio di Manchester. E se Neymar infila il cellulare in una cover d’oro massiccio (costa 10 mila euro ma sfonda le tasche) e se Cristiano Ronaldo possiede quel famoso orologio da due milioni tempestato di diamanti, il non memorabile giocatore svedese Stefan Schwarz ( stava al Sunderland alla fine degli anni Novanta) un giorno si comprò un biglietto per un volo nello spazio, ma il club inglese fece scrivere nel contratto che non lo avrebbe mai usato, pena la rescissione. Tutti dilettanti, comunque, in confronto a Orfeo Pianelli, il leggendario presidente del Torino che aveva messo rubinetti d’oro in bagno e quadri d’autore. Una volta, il paròn Rocco andò appunto a fare lì i suoi bisogni durante una cena, e poi raccontò a un amico che stando seduto sul water aveva visto il dipinto, «un de’ quei del col lungo…». Al che l’altro, esterrefatto, rispose: «Un Modigliani?» E Rocco, di rimando: «Ciò, te ga cagà anca ti da Pianelli?»