la Repubblica, 7 gennaio 2019
Parigi si sta spopolando
Dal nostro inviato PARIGI Parigi, oh cara, si spopola. Meglio, diminuisce di 12 mila abitanti all’anno il numero dei residenti che oggi sono 2,2 milioni nel municipio. I più si spostano nell’area metropolitana, una delle più grandi d’Europa con 12 milioni di abitanti. Mentre la capitale francese dimagrisce, altre città nel continente e nel mondo aumentano significativamente la loro popolazione. In Italia la città che cresce di più è Roma, l’unica nella Penisola di dimensioni paragonabili alla capitale francese con 2,8 milioni di abitanti. La capitale italiana è cresciuta di 300 mila abitanti tra il 2001 e oggi. Recentemente anche Milano, una città di medie dimensioni nelle classifiche continentali, ha invertito la tendenza ed è tornata a crescere avvicinandosi (o superando a seconda dei calcoli) 1,4 milioni di abitanti. Quali elementi determinano le differenti tendenze? Come funziona l’ascensore che fa salire o scendere la popolazione delle città? Il caso parigino offre alcune risposte. Ci sono diverse ragioni di fondo che gli analisti demografi francesi utilizzano per spiegare la diminuzione della popolazione della loro capitale. Il primo è quello che potremmo definire l’effetto Airbnb. Per indicare, con una delle sigle che ne sono diventate il simbolo, il diffondersi degli affitti di breve durata ai turisti. Un’operazione commerciale molto redditizia per i proprietari di appartamento, certamente più di quanto consente di incassare un affitto tradizionale. «Tra il 2015 e oggi – dice il vice direttore dell’istituto di statistica francese, Olivier Leon – nell’area parigina la sola Airbnb ha affittato 65 mila appartamenti». È una catena. L’interesse delle agenzie turistiche fa salire il prezzo del mattone e allontana non solo la popolazione povera ma anche una parte della classe media. Il valore del metro quadrato a Parigi è quasi raddoppiato: tra il 2006 e il 2018 è passato da 5.650 a 9.500 euro. Questo significa che un normale appartamento familiare da 60-70 metri quadrati finisce per costare oltre 600 mila euro, una cifra astronomica per molte tasche. Ma l’alloggio di medie dimensioni diventa indispensabile per chi ha figli e non può certo farli vivere in un monolocale. Questo spiega in parte la diminuzione del numero medio dei bambini per famiglia, che nella capitale è più basso che nel resto della Francia. Il tasso di natalità è del 13 per cento a Parigi contro punte del 17 nelle campagne. La fuga della classe medio-bassa al di là dei confini comunali, in quell’area metropolitana che consente di abitare a prezzi più vantaggiosi, finisce per selezionare verso l’alto la classe sociale degli abitanti della capitale. Secondo uno studio citato ieri da Les Echo, la percentuale degli abitanti dell’area parigina impiegata in ruoli dirigenziali, dal quadro aziendale in su, è oggi del 36 per cento contro il 12 nelle città di popolazione compresa tra 50 e 100 mila abitanti. Non sempre la crescita della popolazione è indice di buona salute per le città. Questo vale probabilmente in Europa dove il numero degli abitanti è relativamente contenuto. Le condizioni particolari di cui godono gli abitanti di Londra, la più grande città europea, hanno fatto crescere la popolazione della capitale britannica che nel 2019 potrebbe superare la barriera dei 9 milioni. Cresce anche Berlino, oggi poco più di 3 milioni di abitanti ma che, grazie ai flussi migratori, dovrebbe arrivare tra 10 anni a 3,8 milioni. Ci sono città nel mondo che hanno il problema inverso. Se quelle di dimensione media come Milano possono gioire per un incremento della popolazione, ci sono aree in cui il gigantismo è un grande problema. Secondo un rapporto Onu, nel 2030 il più grande centro urbano del mondo sarà quello di Nuova Delhi con quasi 40 milioni di abitanti, seguito da Tokyo, con 37 milioni e da Shanghai con 33 milioni. L’Asia e l’Africa faranno la parte del leone nella classifica. New York, che avrà 20 milioni di abitanti, sarà solo al tredicesimo posto.