la Repubblica, 7 gennaio 2019
Bancario che fa il rapinatore
Chissà se in 24 anni di onorata carriera si è ritrovato mai dall’altra parte dello sportello con un’arma puntata contro, chissà cosa gli passava per testa mentre con voce decisa, gli occhi di ghiaccio che bucavano il passamontagna nero, stroncava all’istante la timida resistenza del cassiere che tentava di dissuaderlo con il rituale: «Abbiamo il sistema a tempo, non si apre nulla». «Apri quel cassetto, veloce, e non si farà male nessuno». Sapeva bene il fatto suo quel bandito solitario incappucciato e con un taglierino in mano che il 2 di gennaio, alle tre del pomeriggio, è entrato nella filiale di via Bovio della Bper di Pescara, ha tenuto sotto scacco cassiere, direttore e una terrorizzata cliente e si è portato via i primi soldi che ha ramazzato, poco più di 2000 euro. E lo sapeva bene il fatto suo perché era il rapinatore della banca accanto: Massimo Ferretti, 50 anni, irreprensibile impiegato della Ubi banca da 24 anni, che ha deciso di cominciare l’anno improvvisandosi rapinatore per risolvere i suoi problemi economici. Come Morgan Freeman o Michael Caine in “Insospettabili sospetti”. E quale obiettivo scegliere se non un’altra banca, l’ambiente più familiare di cui conosceva segreti e meccanismi di protezione? Non la sua, almeno quello, il rispetto per i colleghi e per l’istituto di credito che gli assicurava uno stipendio che non gli bastava più per vivere: una ex moglie, tre bambini ancora piccoli di 4, 9 e 11 anni, ma soprattutto qualche vizietto di troppo e il fascino del gioco che da mesi gli avevano fatto accumulare qualche debito. Tanto che a novembre si era visto costretto a cercare su facebook un coinquilino con il quale dividere l’affitto di una casa per risparmiare. Poche ore dopo la rapina, quando i carabinieri del nucleo investigativo, guidati dal tenente colonnello Massimiliano Di Pietro, sono andati a bussare alla sua porta, dei 2280 euro che si era fatto consegnare ne mancavano già 590. Chissà magari aveva già pagato una prima tranche del suo debito. Rapinatore davvero improvvisato questo impiegato di banca che si è fatto beccare subito, ripreso in volto dalle telecamere di videosorveglianza esterne prima di mettersi il passamontagna. All’uscita è stato identificato praticamente subito grazie ad alcuni poliziotti che, increduli, lo hanno riconosciuto nell’impiegato della Ubi banca fornendo la preziosa indicazione ai carabinieri che lo hanno poi ammanettato. Occhi azzurri, calvo, barba brizzolata, aspetto distinto, quando ha aperto la porta di casa ai carabinieri non ci ha pensato due volte a confessare: «Avevo bisogno di soldi», si è limitato a dire prima di consegnare quel che gli restava del magro bottino e la sua divisa da rapinatore, il giubbotto nero, le scarpe da tennis bianche, il taglierino nero e arancione, il passamontagna che è andato a recuperare nel cassonetto dove lo aveva gettato nella fuga. Triste epilogo – in carcere – di una carriera criminale impensabile per un uomo che, nonostante il lavoro in banca, di sé diceva: «Odio i numeri e amo le parole, leggerle e scriverle». Il rapinatore con la passione per la scrittura negli ultimi tre anni si era cimentato persino a pubblicare libri sulla piattaforma web “Il mio libro": “Schifo onirico”, “Figli”, “Storia breve di un amore lungo e di come finì” i tre titoli di Massimo Ferretti autore che così scrive nella sua autobiografia: «Non ho una vita facile, sotto nessun punto di vista. Però ci sono, e lo posso raccontare».