Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  gennaio 06 Domenica calendario

Il vicesindaco che si vanta: getto i vestiti del senzatetto nei rifiuti

Il vicesindaco di Trieste, Paolo Polidori, ha a cuore il decoro della città. Per questo motivo ha pulito un angolo di via Carducci resa, a suo dire, «indecorosa» dalle coperte e dai pochi vestiti di un senzatetto. Non lo ha fatto in silenzio o chiamando i vigili o l’azienda dei rifiuti come verrebbe da pensare. Lo ha fatto in modo plateale, comunicandolo con un post su Facebook in cui ha riassunto il suo intervento: dopo aver visto «un ammasso di stracci a terra», li ha raccolti e buttati «devo dire con soddisfazione, nel cassonetto: ora il posto è decente! Durerà? Vedremo. Il segnale è: tolleranza zero!! Trieste la voglio pulita!!». Il vicesindaco ha aggiunto: «Sono andato subito a lavarmi le mani! Adesso si scatenino i benpensanti, non me frega nulla!!». Sprezzante e orgoglioso, ha corredato il post con le fotografie della sua impresa. Nel giro di pochissimo lo scatenamento immaginato in effetti c’è stato e la politica ha cavalcato l’onda della polemica che è arrivata fino a Roma. Da chi ha accusato il leghista Polidori di essere disumano a chi ne ha chiesto le dimissioni, fino a chi si è divertito: perché non consigliare al sindaco Virginia Raggi di prendersi Polidori come vice e mandare in giro lui a tenere pulita la Capitale? Il vicesindaco, stupefatto dal clamore (e noi ci stupiamo del suo stupore) ha spiegato di essere stato frainteso, di non essere razzista e si è detto pronto a incontrare il clochard e anche a dargli dei soldi per comprare abiti nuovi al posto di quelli finiti nell’immondizia. Che dire? Posto che ogni amministratore deve avere a cuore il decoro della propria città, viene da chiedersi quale sia il concetto di «decoro» che oggi rischia di andare per la maggiore. È decoroso vantarsi sui social di avere buttato gli stracci di un clochard in un cassonetto e precisare di essersi lavato le mani? È decorosa una politica fatta di slogan, zeppa di punti esclamativi, amplificata sui social, sempre più sguaiata? È decoroso dimenticarsi il rispetto della dignità di ogni persona, che dorma in un castello o in una strada? Le domande non vanno rivolte, ovviamente, solo al vicesindaco Polidori. Al quale ricordiamo però che quello dei senzatetto è un dramma che affligge molte città, in Italia e all’estero, da Milano a San Francisco: città delle quali nessuno mette in discussione il decoro. E il problema, neppure questo, si risolve con i post su Facebook.