Corriere della Sera, 6 gennaio 2019
La serrata degli enti pubblici, male utile negli Stati Uniti
Molti lettori si chiedono perché gli Stati Uniti, dopo tante esperienze negative, non siano riusciti a evitare le occasioni in cui la mancanza di una intesa fra il Congresso e il Presidente su alcune voci del bilancio statale, costringe ministeri, enti pubblici e agenzie nazionali a chiudere gli sportelli, interrompere le proprie attività e congedare i propri dipendenti. Non dovrebbe essere difficile approvare una legge che permetta ai dipendenti degli enti pubblici di restare al posto di lavoro, eventualmente con uno stipendio temporaneamente ridotto. Se questo non accade occorre trovarne la ragione. La durata dello shutdown può variare, ma è mediamente piuttosto limitata. Negli ultimi 50 anni (da quando queste serrate sono il risultato di una severa opinione giuridica dell’Attorney General, il ministro americano della Giustizia), le più lunghe sono durate 21 giorni, dal 16 dicembre 1995 al 6 gennaio 1996, e 16 giorni nell’ottobre del 2014 durante presidenza di Barack Obama. Ma altre, come quelle dei primi mesi della presidenza Trump all’inizio del 2018, sono state più brevi. Per evitare che parecchie migliaia di persone (400.000 negli scorsi giorni), subiscano gli effetti di una serrata che non ha origini sindacali, qualche soluzione dovrebbe essere possibile; tanto più che già esistono eccezioni per le amministrazioni da cui dipende la sicurezza dello Stato o quella personale dei suoi cittadini. Ma una norma aggiunta all’Anti-Deficiency Act (una legge del 1884 fatta per impedire le spese extrabilancio) impone alle Agenzie pubbliche di interrompere qualsiasi operazione e le costringe in questo modo a congedare i propri dipendenti. Aggiungo che nella vita pubblica americana queste serrate sono tutto fuorché eventi occasionali e imprevisti. Al punto che negli scorsi anni il Congresso ha chiesto agli enti e alle agenzie pubbliche di presentare piani operativi per fare fronte, nel miglior modo possibile, agli inconvenienti di un possibile shutdown. Se gli americani conoscono gli effetti di queste serrate e non intendono evitarle, dovremo dedurne che lo shutdown di una buona parte dell’apparato statale è considerato dagli Stati Uniti un evento fisiologico, pieno di sgradevoli inconvenienti ma necessario per il buon funzionamento del Paese: è lo strumento di cui la costituzione si serve per costringere Presidenza e Congresso a superare con un compromesso le loro divergenze. I padri fondatori avevano previsto che fra questi due rami del governo americano vi sarebbero stati dissensi e che occorreva costringerli a negoziare. La parola d’ordine della vita politica americana fu da quel momento bipartisanship (bipartitismo). Non avevano previsto tuttavia che un giorno, alla Casa Bianca, vi sarebbe stato un uomo che ama gli scontri frontali e non crede che bipartisanship sia una virtù civile.