Libero, 6 gennaio 2019
I pericoli del sale
Attenzione al sale, perché può rivelarsi il peggior nemico della vostra salute. Gli effetti del suo consumo, al di là di quelli noti sulla pressione arteriosa, sul cuore, sui vasi sanguigni, sui reni e sul cervello, oggi sono stati accertati anche sulle ossa, la cui impalcatura viene corrosa rendendole più fragili e ad alto rischio di fratture. Il sale è un elemento essenziale per diverse funzionalità fisiologiche, per l’omeostasi cellulare, ovvero per mantenere l’equilibrio biochimico dell’organismo, ed è vitale per la protezione del corpo dall’eccessiva perdita di liquidi, perché trattiene l’acqua evitando la disidratazione. La quantità necessaria a questi scopi è piuttosto bassa, 500 mg. al giorno, all’incirca un cucchiaino da té, soglia però quasi sempre aumentata nell’alimentazione quotidiana, che arriva anche a 12 grammi al giorno, che è quello che molti consumano.
DANNI FISIOLOGICI
A cominciare dalle arterie, l’eccessivo consumo di sale può renderle più spesse pregiudicando l’integrità dell’endotelio, il loro rivestimento interno, la coagulazione delle piastrine e la funzione immunitaria, i cui danni favoriscono l’insorgenza dell’aterosclerosi. Anche il cuore non è al riparo da un eccesso di sodio, il quale può condurre all’ipertrofia il ventricolo sinistro, con degenerazione delle cellule miocardiche, fino ad un potenziale scompenso cardiaco. L’aumento del sale nella dieta mette a dura prova anche i reni, danneggiando la funzionalità dei suoi nefroni ed aggravando l’ipertensione, ma anche le cellule del sistema nervoso spinale ed encefalico vengono compromesse, alterando il loro compito regolatorio sul cuore e sulla vasocostrizione periferica, con maggiori rischi di aritmie ed attacchi ischemici coronarici, oltre che di arteriopatie obliteranti degli arti inferiori. È stato certificato inoltre, che una dieta ad alto contenuto di sodio, corrode le ossa dall’interno, formando migliaia di minuscoli buchi, che ne minano la solidità fino a farle diventare quasi trasparenti ai raggi X, indebolendo la loro impalcatura, ed attivando cellule staminali ossee, il cui compito è produrre nuove cellule per il sangue, le quali si moltiplicano a dismisura, occupando spazio tra gli osteociti e distruggendo la struttura scheletrica.
I CINQUE SINTOMI
Il sale è fondamentale per la vita, e una dieta completamente asodica, se prolungata nel tempo, può portare a morte, ma il suo consumo non dovrebbe superare i 5 grammi al giorno. Gli effetti negativi del sale infatti, sono legati al sodio (1 grammo di sale contiene 400 mg. di sodio) il cui eccesso, specie se associato a un basso introito alimentare di potassio, favorisce l’instaurarsi della ipertensione arteriosa, soprattutto nelle persone predisposte, la quale aumenta di conseguenza il rischio di icrus cerebrale, di insufficienza cardiaca e renale. L’Oms raccomanda di non introdurre più di 2 grammi di sodio con la dieta giornaliera, per veder ridotto il rischio di accidenti cerebrali e cardiaci del 70%. Sono cinque i sintomi che indicano che state consumando troppo sale, ed il primo è senza dubbio la sensazione di sete, una reazione all’aumento del sodio nel sangue, che l’organismo cerca di espellere con l’acqua attraverso la diuresi, motivo per cui le cellule si disidratano ed il cervello invia il segnale di bere. Dopo aver abbondato con pasti troppo salati compare la sensazione di gonfiore, un edema da accumulo di liquidi sia agli arti inferiori che all’addome, unita al terzo sintomo, ossia la ritenzione di liquidi nei tessuti, dove il sodio in eccesso crea uno squilibrio osmotico richiamando e facendo ristagnare i liquidi tra le cellule, per non affaticare gli organi emuntori. Quindi compare il quarto sintomo, che è la riduzione della diuresi, essendo la funzione renale ostacolata dal lavoro di filtraggio e depurazione dal sodio, il quale trattiene l’acqua destinata a diventare urina, innestando un circolo vizioso. Infine compare l’aumento della pressione arteriosa, dovuta alla eccessiva quantità di acqua trattenuta nel circolo sanguigno, il quale esercita a sua volta ulteriore pressione sui reni per forzarli a filtrare il sodio in eccesso. È anche vero che senza lo ione sodio e quello potassio non potremmo né pensare né agire, perché questi due elettroliti regolano la conduzione degli impulsi a livello cerebrale e gli stimoli contrattili del sistema muscolare, il quale, per esempio, manifesta subito crampi agli arti inferiori in loro carenza, come segnale di allarme, e molte delle extrasistoli del cuore definite innocue sono in realtà crampi muscolari dovuti alla diminuzione di sodio e potassio. Il processo di industrializzazione ha ridotto il sale marino, noto come sale da cucina, a semplice cloruro di sodio, per migliorare la sua cospargibilità, mentre altri sali marini non trattati, come il sale di miniera, il sale integrale o quello rosa dell’Himalaya, conservano tutti i singoli elementi minerali, che hanno anche un effetto benefico sull’ apparato digestivo, scheletrico, muscolare e nervoso, ed addirittura terapeutico su malattie respiratorie ed epatiche che provocano la perdita di energia. Questi sali infatti, non essendo raffinati, conservano tutti gli oligoelementi naturali, che sono circa 80, ed essendo “più salati” consentono di ridurne l’uso e il consumo. Tra i sali ridotti comunque, è consigliabile acquistare per uso alimentare il sale marino iodato, poiché l’aggiunta di iodio migliora la funzione tiroidea e la forza muscolare.
RIDUZIONE PROGRESSIVA
Molti sono i farmaci che favoriscono la perdita di sodio, e i primi della lista sono I diuretici, i quali, forzando la minzione, eliminano ogni ione sodico con due molecole di acqua, ma anche molti farmaci per la pressione, per il cuore e finanche per la cellulite, intervengono sull’equilibrio sodico, spesso con diversi effetti collaterali negativi. Quindi, se è raccomandata la riduzione progressiva del consumo di sale sia a tavola che in cucina, soprattutto nei soggetti a rischio di patologie cardiovascolari, è altrettanto sconsigliata la sua eccessiva riduzione, per il pericolo di disidratazione che coinvolge anche il cervello, causando confusione mentale e diminuzione dei riflessi. In molti centri del benessere si usa sottoporre i pazienti che vogliono dimagrire in fretta a una dieta iposodica o completamente asodica, la quale permette in sette giorni di veder scendere rapidamente l’ago della bilancia, ma, per i motivi suddescritti, la perdita di chili in questi casi è solo illusoria, perché ad essere eliminati sono soltanto litri di liquidi, che danno l’idea di sentirsi più leggeri, più magri ed asciutti, ma che vengono recuperati tutti nel giro di due settimane, quando si ritorna ad un regime alimentare non insipido. Mangiare troppo sale fa male e consumarlo con moderazione è assolutamente consigliabile, perché limitarne l’apporto oggi, anche se non si è ipertesi, è sempre il metodo migliore per avere una vita più sana domani.