il Giornale, 6 gennaio 2019
Lo scimpanzé è più evoluto dell’uomo
Prendono le decisioni migliori per se stessi. Grazie a capacità logiche che, a quanto pare, superano di gran lunga quelle che caratterizzano gli esseri umani adulti. Questa nuova scoperta conferma quanto alcune specie di primati siano più intelligenti, e vicine a noi, di quanto si pensi. E questo, secondo un gruppo di ricercatori americani e tedeschi, vale in particolare per gli scimpanzè.
Secondo gli studiosi, quello che distingue questi animali dagli uomini adulti è l’istinto di competere con i propri simili. Le persone, una volta diventate adulte, avvertono un bisogno irresistibile di mettersi in competizione fra di loro. Avvertono la necessità di vincere e primeggiare e questo finisce con l’offuscare il loro giudizio. Spingendoli a prendere decisioni meno vantaggiose per se stessi con il solo fine di mettere in difficoltà l’altro. Questo nel mondo dei primati, così come fra i bambini, invece non avviene. Motivo per il quale le capacità logiche raggiungono il massimo livello, spingendo scimmie e piccoli umani a scegliere ciò che è meglio per loro. Senza alcun tipo di filtro.
I risultati dello studio sono stati pubblicati di recente sulla rivista scientifica «Proceeding of the royal society B», e mettono in evidenza come i processi mentali siano influenzati da due aspetti tipici delle nostre società: competizione e cooperazione. Entrambi svolgono un ruolo cruciale nel migliorare il livello della conoscenza umana. A partire da questo elemento, gli studiosi sono riusciti a dimostrare quanto le persone adulte facciano fatica a non entrare in competizione fra di loro. Mettendo in questo modo a repentaglio capacità logiche che invece sono esaltate nei bambini e negli animali che più ci assomigliano dal punto di vista genetico. Per arrivare a questa conclusione gli scienziati hanno osservato 96 bambini di età compresa fra cinque e dieci anni provenienti da tre scuole del Kenya e hanno chiesto loro di completare lo stesso esercizio sottoposto a 15 scimpanzè.
A tutti è stato chiesto di sedersi di fronte a un coetaneo. A ogni coppia sono stati messi a disposizione due vassoi pieni di pasticcini fra i quali scegliere: il primo permetteva a un individuo di prenedere due dolci e alla controparte di prenderne solo uno. Il secondo, invece, permetteva un soggetto di prendere tre pasticcini e all’altro di prenderne sei. Ebbene, le scimmie e i bambini entro i sei anni si sono comportati allo stesso modo: hanno agito in modo razionale e logico, scegliendo la seconda soluzione perché dava a entrambi la possibilità di mangiare di più, indipendentemente dal numero di dolci ottenuti. Invece i ragazzi più grandi hanno dimostrato di essere più preoccupati dalla possibilità che i propri coetanei mangiassero più di loro, e così hanno scelto il primo vassoio. Accontentandosi di un numero inferiore di pasticcini, e quindi scegliendo la soluzione meno vantaggiosa per se stessi. Proprio come avrebbe fatto la maggior parte degli esseri umani adulti.
«I bambini più piccoli e gli scimpanzè si sono comportati in modo razionale, e così hanno scelto il vassoio in grado di massimizzare il proprio profitto assoluto», spiegano gli autori della ricerca. «Al contrario i bambini più grandi, e quindi più evoluti dal punto di vista sociale, hanno agito in modo irrazionale, perché condizionati da una prospettiva basata sul lucro proseguono -. Hanno pagato il prezzo di mangiare meno dolci pur di ottenere un vantaggio relativo rispetto al proprio coetaneo». Dimostrando che logica e razionalità, evidentemente, non sono direttamente proporzionati all’evoluzione delle nostre società.