La Stampa, 5 gennaio 2019
Dinamopolitica
Il sindaco di Luzzara (Reggio Emilia) ha diramato un’ordinanza anticattiveria in dimostrazione del terzo principio della dinamopolitica, secondo cui una teoria balorda ne produce un’altra uguale e contraria. Siccome in questo benedetto Paese siamo tutti incazzati come faine, il nostro bravo Andrea Costa (del Partito democratico) ha imposto la disincazzatura per legge, perlomeno entro i confini del territorio comunale, dove è vietata «ogni esibizione di rancore e rabbia». In pratica se uno a Luzzara viene investito da un ciclista non può nemmeno dirgli va al diavolo testa di latta ma, al massimo, grazie buonuomo di avermi solo fratturato il coccige (probabilmente bisognerà organizzare retate durante le riunioni di condominio e il posticipo di campionato). Chi venisse meno all’ingiunzione alla bontà sarà condannato a leggere libri o ad andare a teatro, secondo i gusti civici dell’amministrazione: è chiaro che con un sindaco così ci si alza alla mattina già con la disposizione d’animo di un rettile. Ma, per non buttarla troppo in farsa, più di quanto non lo sia, il problema non è che aree politiche sempre meno vaste, predicando buoni sentimenti, o sentimenti semplicemente umani, non sono in sintonia con gli elettori, in maggioranza propensi a dirimere le questioni a randellate: la politica non è un banco dell’ortolano, dove si offre quel che si smercia. Il problema è che costoro non sono nemmeno in sintonia con la loro minoranza, per cui al codice della pancia non si risponde con l’editto del cuore, ma con due dita di testa.