Corriere della Sera, 5 gennaio 2019
Il quantitative easing cinese: Pechino libera 116 miliardi
È la quinta volta negli ultimi dodici mesi e la prima di quest’anno: la People’s Bank of China, la Banca centrale di Pechino, ha deciso di tagliare le riserve obbligatorie degli istituti di credito commerciali, di fatto consentendo di liberare liquidità netta per circa 800 miliardi di yuan, pari a 116,5 miliardi di dollari. La decisione arriva mentre stanno crescendo le preoccupazioni a livello internazionale sulla salute della seconda economia mondiale, che si trova a fronteggiare un rallentamento della domanda interna e la battaglia dei dazi con gli Stati Uniti. Giovedì scorso a lanciare l’allarme era stata Apple, che ha rivisto al ribasso le stime dei ricavi sulla scia del rallentamento cinese, scivolando in Borsa e trascinando con sé Wall Street. Ieri mattina il premier cinese Li Keqiang ha indicato il taglio della riserva tra i provvedimenti a sostegno dell’economia, insieme alla riduzione delle tasse. Gli analisti si aspettano anche una spinta agli investimenti in infrastrutture. Il taglio dell’1% sarà operativo in due fasi: un primo 0,5% dal 15 gennaio e un altro 0,5% dieci giorni dopo. Attualmente il livello delle riserve obbligatorie è del 14,5% per le banche maggiori e del 12,5% per quelle più piccole. Intanto il ministero del Commercio cinese ha fatto sapere che negoziatori Usa saranno in Cina lunedì e martedì per «una discussione attiva e costruttiva».