ItaliaOggi, 4 gennaio 2019
Diritto & Rovescio
Il teatro è uno di quelli famosi negli Usa. Imponente, severo, imbottito di belle cose. Il pubblico è quello delle grandi occasioni. Non quelle popolari ma delle èlite. Siedono nelle poltrone rosse, persone d’altissimo livello, compiaciute e vestite come solo le élite possono permettersi. La telecamera indugia sull’immenso palcoscenico, a lungo vuoto. Poi, dal fondo, avanza una figura claudicante. A 75 anni, l’anca o la sciatica non perdonano nemmeno gli attori famosi. È Robert De Niro. Ci mette molto tempo a raggiungere il microfono. Poi, anziché parlare, De Niro sta zitto. Come se fosse imbambolato. Finalmente urla il suo messaggio: «Fuck Trump!», inculate Trump! Quindi, come se fosse un Celentano qualunque, sta zitto a lungo. Poi apre la bocca. Mi chiedo cosa possa dire: «Fuck Trump!», ripete. Il pubblico ride a crepapelle. Di pancia, è ovvio. Il viso resta composto. Ma sprizza di soddisfazione: finalmente c’è uno che ha espresso il loro pensiero. Trump ringrazia: un 1% di voti in più. Possibile che le élite (se questi sono un’èlite) siano così imbecilli?