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 2019  gennaio 04 Venerdì calendario

Abbattere i cinghiali?

Sono circa 400 gli incidenti stradali provocati dai cinghiali in Lombardia dal 2013 ad oggi, secondo una stima elaborata dalla Coldiretti. «Con oltre un milione di esemplari diffusi in Italia – commenta l’associazione dei piccoli imprenditori agricoli – la presenza dei cinghiali nei centri abitati e sulle strade è ormai un rischio concreto per la sicurezza dei cittadini». Per questo, considerando anche i danni che procurano all’agricoltura, la Coldiretti chiede alle autorità locali e nazionali di affrontare la questione «con la dovuta decisione». Serve, in sostanza, «un piano di abbattimento straordinario senza intralci amministrativi». Al richiamo della Coldiretti risponde l’assessore lombardo all’Agricoltura, Fabio Rolfi, puntando il dito contro governo e parlamento: «Questi incidenti si potrebbero evitare se la politica nazionale ascoltasse le richieste della Regione Lombardia e di chi vive sul territorio», ovvero «riconoscere l’operatore volontario, ossia un cacciatore adeguatamente formato che consenta di ampliare l’attività di contenimento oggi in capo soltanto agli operatori della polizia provinciale, ormai pochi e sparuti». «Non si può morire per un cinghiale in autostrada nel 2019» conclude l’assessore. Ma è davvero questa la soluzione da adottare? Dopo l’inci- dente accaduto sull’Autosole, con un morto e dieci feriti, non si tratta più soltanto di stabilire regole per il risarcimento dei danni ai terreni ma di tutelare l’incolumità pubblica insieme a quella, per quanto possibile, degli stessi animali. Gli abbattimenti, infatti, devono rappresentare l’estrema “ratio” e non essere la consuetudine quando si tratta di contenere la fauna selvatica. Lo afferma anche una sentenza emessa tre mesi fa dal Tribunale amministrativo regionale del Piemonte che ha accolto le istanze presentate da diverse sigle ambientaliste. La vertenza vedeva contrapposte la Città Metropolitana di Torino e diverse associazioni tra cui Oipa, Lac, Lav e Sos Gaia che contestavano la decisione della giunta regionale piemontese di approvare piani per la caccia di selezione al cinghiale al fine di contenere la popolazione della specie, anche qui in costante aumento. «Il pretesto dei costi degli interventi di prevenzione non giustifica alcuna violazione della normativa statale – sostenevano le associazioni nerl ricorso –, gli abbattimenti di animali devono essere l’ultima scelta potendosi eseguire solo se l’Ispra, certifica l’iniziale inefficacia di interventi ecologici alternativi incruenti». Una sentenza, quella del Tar del Piemonte, destinata dunque a fare giurisprudenza indirizzando le scelte di amministratori locali e governanti.
La polemica, però, ora si riaccende. «Un piano per la gestione della questione cinghiali, e più in generale degli animali carnivori, è necessario e non più rinviabile» ha detto il ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio.
«Va bene tutelare la fauna – prosegue – ma devono esserci delle limitazioni perchè dobbiamo garantire la sicurezza delle persone, nelle campagne e nei centri abitati, oltre ovviamente ai campi e ai raccolti. Non possiamo più permettere che si verifichino incidenti come quello avvenuto sull’A1». Si attendono iniziative concrete.