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 2019  gennaio 02 Mercoledì calendario

Botti, prosecco e cotechino. Il capodanno dei tedeschi

La polizia ha scoperto 850 chili di fuochi, petardi, girandole, razzi, nella cantina di un insospettabile cittadino. Non a Piedigrotta, ma nell’algida e nordica Amburgo, tanto per sfatare ancora una volta (inutilmente) i pregiudizi. I botti di Capodanno nella mia Berlino sfidano il confronto con quelli di Roma, con Napoli non so, ma credo che i prussiani siano più scatenati dei partenopei, e cominciano a sparacchiare con tre giorni di anticipo.
Hanno più soldi in tasca, e comprano meglio, anche se il 90% dei fuochi è Made in China. L’anno scorso i tedeschi, dal Baltico alla Baviera hanno speso un miliardo e 380 milioni in girandole e fuochi vari, il 5% in meno rispetto al 2016. Il fai da te è meno diffuso, i controlli molto severi, le vittime sono dunque costanti, nessun caduto, e circa 800 feriti, da due anni. Quelli dell’ultimo San Silvestro non sono stati conteggiati, ma non si sono registrati gravi incidenti e, soprattutto, nessuna aggressione, come l’ultimo dell’anno nel 2015 a Colonia, con duemila giovani arabi scatenati contro le donne. Fu il punto di svolta: i tedeschi cominciarono a perdere la fiducia nella Merkel che aveva promesso «ce la faremo» a gestire oltre un milione di rifugiati.
Alla Porta di Brandeburgo si sono raccolti in mezzo milione, probabilmente molti di più, in parte turisti, e la polizia ha dovuto chiudere le strade di accesso già poco dopo le 22. E non è una novità. La Süddeutsche Zeitung ci dedica un breve articolo entusiasta: i tedeschi hanno brindato con il nostro spumante, preferendolo allo Champagne, e al loro Sekt. Mancano le cifre precise, dovremmo credere agli elogi, ma i tedeschi, come vuole un altro luogo comune, non mentono mai. Dovrebbe essere vero: le vendite dello spumante all’estero sono aumentate del 15%, e quelle in Germania dell’8. La metà delle bottiglie è di Prosecco, scoperto dai tedeschi già da anni, tanto che la generazione dei giovani berlinesi rampanti, prima dell’éra Merkel, fu chiamata la «Prosecco generation».
Il giornale di Monaco continua esaltando il nostro cotechino, loro vantano oltre 1.200 qualità di würstel, ma non riescono a imitarlo, e si arrendono innanzi alla mortadella. Il collega della Süddeutsche preferisce perfino il panettone alla teutonica Stolle, che gli assomiglia alla lontana. Nel tradizionale cenone in Germania si gusta la carpa bollita con il rafano, o l’oca o l’anitra sacrificate a milioni. Nel nord in tavola arriva il Matjes, l’aringa cruda coperta di cipolla e di mele a fettine. Non inorridite, provatela, e scoprirete che non è male.
Come sarà l’anno nuovo? Le previsioni sono rosee. L’ultimo giorno di apertura, dopo Natale, il Dax, l’indice della Borsa di Francoforte, è balzato in su dell’1,70%. Un fuoco di paglia, come i botti a San Silvestro, o il trend continuerà a gennaio? Sempre contro le abitudini, i tedeschi sono ottimisti, contro le Cassandre a stelle e strisce. Nonostante la situazione internazionale, l’export e il pil continueranno a crescere, come l’occupazione: si sforerà quota 45 milioni, mai tanti al lavoro, e ovviamene caleranno i disoccupati, a 3,1 milioni, dieci anni fa erano oltre gli 8 milioni. Aumenteranno anche i salari: oggi sono in media di 3.450 euro lordi al mese, circa 2 mila euro in più rispetto all’Italia.
Ma i tedeschi sono inquieti. La domanda per il 2019 rimane: sarà l’ultimo anno di Frau Merkel, oppure la signora resterà alla Cancelleria fino al termine del mandato, nel settembre del 2021? Cioè la situazione si stabilizzerà, o continuerà la crisi dei grandi partiti popolari, con l’avanzata dei populisti, come da noi e in Francia? La risposta, è attesa, per le elezioni europee in maggio. Se per i cristianodemocratici, e ancor peggio per la socialdemocrazia, sarà un disastro la responsabilità sarà di Angela, costretta a lasciare il campo. Via lei si scoprirà che i nostri guai e quelli dei tedeschi, purtroppo, non sono tutta colpa sua.