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 2019  gennaio 02 Mercoledì calendario

Ogni anno gli sci fanno trenta morti

Dal Sestriere alla Val Gardena: il 2018 si è chiuso con una raffica di chiamate all’ospedale, con l’elisoccorso dell’arco alpino che non ha fatto che decollare ogni cinque minuti e con una serie di incidenti sulla neve da far impallidire qualsiasi bollettino di guerra. Il morto, per ora, non c’è scappato. Feriti (anche gravi), codici rossi e forti paure invece a iosa. Ché sarà pure passato Capodanno, ma un po’ di prudenza quando si imbocca la seggiovia di turno non fa di certo male. Anche perché, secondo le statistiche dell’Istituto Superiore di Sanità, sono circa 30mila ogni anno gli incidenti legati alla pratica di sport invernali, con 1.500 ricorveri e in media una trentina di decessi. Comunque. Sulle montagne di Belluno, nelle scorse ore, il telefono del 118 ha squillato ben 210 volte, in Trentino si sono registrati cinquanta sinistri a uso sci, in Lombardia quasi altrettanti. Ci sono i vacanzieri inesperti che non riescono a controllare la sciolina, ovvio: ma ci sono anche tanti fuoripista che mettono in pericolo l’incolumità di tutti. Meglio evitare, la neve fresca è sempre un terno al lotto. Sull’altro versante, a Courmayer, sul Monte Bianco, si è staccata una valanga in una zona frequentata da freeriders e amanti delle discese non battute: squadre cinofile e operazioni di perlustrazione hanno impiegato ore a scongiurare il peggio. Grazie al cielo non si è fatto male nessuno, ma per loro tocca mettere in conto giornate di lavoro. A pochi chilometri di distanza, a La Plagne, nella Savoia francese che è meta di moltissimi italiani, un ragazzino di 12 anni ha pagato caro la sua scorribanda lontano dagli ski-lift: è rimasto sepolto da una slavina e l’ha ritrovato, con una gamba rotta, un cane addestrato. ZAINO SALVA-VITA A Livigno (in provincia di Sondrio) un 27enne si è lanciato da 2.200 metri di quota con addosso uno ?zainetto-airbag? che gli ha salvato la vita: i cuscinetti autogonfiabili lo hanno ?tenuto a galla? mentre il manto bianco gli si sbriciolava sotto lo snowboard. Passato il timore, tuttavia, per lui sono cominciati i guai: i carabinieri valtellinesi hanno aperto un’inchiesta per stabilire se l’incidente se lo fosse procurato da solo. C’è poco da sorridere, signori: van bene i divertimenti, va bene che il periodo è di quelli vacanzieri, ma qualche piccola accortezza, quando si ha a che fare con gli sport invernali, è d’obbligo. La lista infinita di ricoveri negli ambulatori del Nord Italia lo testimonia fin troppo puntualmente. Dottori e paramedici non stanno fermi un secondo. All’Alpe Cermis (sulle Dolomiti) un uomo è stato trovato a terra sul fuoripista di un versante, lo hanno visto dall’ovovia alcuni sciatori tradizionali: i soccorsi lo hanno stabilizzato e trasportato all’ospedale. Lui se l’è cavata, ma perché rischiare e far rischiare gli altri? POCA PRUDENZA Tanto più che di incidenti, sulle piste, ne succedono pure ai più attenti. Al Sestriere (Torino), nelle passate ore, un bimbo di soli sei anni è caduto e si è fratturato il bacino, mentre a Sauze (sempre in Piemonte) una giovane di 20 anni ha riportato un trauma cranico a seguito di una scivolata un po’ troppo violenta. Temperature rigide e cielo assolato fanno il resto: difficile resistere al richiamo di una zizagata in quota, ma almeno che sia in sicurezza. Mentre mezzo mondo festeggiava l’arrivo del 2019, un comasco 64enne se l’è vista brutta in zona Soldanella, a Madesimo (Sondrio): la motoslitta su cui viaggiava ha sbandato e l’uomo è finito oltre il tracciato, ma se gli addetti del soccorso alpino della Guardia di Finanza non avessero lasciato il panettone a metà chissà come sarebbe finita. Per la cronaca: si registrano una prognosi di qualche settimana e una manciata di ossa rotte, poteva esserci un bilancio peggiore. Tra l’altro l’esperienza non è nemmeno una garanzia di salvezza: ad Alagna, a due passi da Vercelli, una maestra di sci che stava spiegando a un gruppo di allievi i segreti dello slalom è stata travolta da un turista polacco che se l’è trascinata per qualche decina di metri. Lei non rischia di morire, ma ha rimediato un trauma facciale e alcuni tagli che le hanno perforato la tuta. Già, le precauzioni non sono mai troppe.