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 2019  gennaio 02 Mercoledì calendario

L’esercito danese che difende i confini della Groenlandia. Dodici uomini, senza figli né fidanzate, che pattugliano i grande ghiaccio con slitte, cani e un fucile per mangiare

Quando a fine ottobre il premier danese Lars Løkke Rasmussen ha fatto una visita lampo al circolo polare non si trattava di un’operazione mediatica in spirito pre-natalizio. I contingenti militari Sirius, pattuglie a slitta sotto il Comando Artico danese istituite durante la Guerra Fredda, sono diventate di nuovo rilevanti. Al punto tale da spingere il premier a pernottare con i militari sulla calotta glaciale groenlandese. 

Un luogo inospitale
Se l’Australia ha l’Outback e gli Stati Uniti il Wild West, per i nordici c’è l’Artico. Il territorio dell’orso polare, delle tempeste di neve a meno 40, di un infinito bianco che può inghiottire l’uomo come niente, e che parte dell’anno viene avvolto nell’oscurità, esige rispetto. A chi riesce a resistere, il grande ghiaccio in compenso regala l’aurora boreale e, in estate, anche il sole di mezzanotte. Pochi luoghi al mondo sono meno ospitali per l’uomo, e i militari danesi per sopravvivere all’inizio hanno dovuto imparare dagli inuit. Ma, se in passato i danesi erano una presenza senza rivali, ora la Groenlandia fa gola alle grandi potenze. Mentre i groenlandesi di nuovo dibattono se chiedere l’indipendenza, la Danimarca custodisce gelosamente il territorio. 
Le mire di Pechino
Alla Cina interessano le risorse del sottosuolo e infrastrutture logistiche per il commercio attraverso l’Artico. La Russia ha deciso di riaprire nell’area delle basi della Guerra Fredda, mentre resta aperta una disputa con Copenaghen per la sovranità su parte della piattaforma continentale groenlandese. Gli Stati Uniti, invece, puntano a intensificare la cooperazione con i danesi, in primis presso la base di Thule, dove un sistema di allerta anti-missili balistici sorveglia la Russia e il traffico satellitare mondiale. 
La missione
È il compito non semplice della pattuglia Sirius, perlustrare la pressoché disabitata costa Est della Groenlandia. Quella che affaccia verso la Russia, da dove nessuno vuole visite inaspettate. Sono dodici uomini a percorrere più di 21.000 km all’anno. I militari sono in missione sul ghiaccio per due anni, interrotti solo da una settimana in Islanda per controlli medici. Divisi in gruppi da due, possono contare su una paga modesta e l’obbligo di prendersi le vacanze solo al rientro. Poiché non ci sono strade, per muoversi c’è un unico modo: su una slitta trainata da cani, armati nel caso di un incontro con orsi polari, e anche perché andare a caccia è vitale sia per i due uomini che per il branco di quadrupedi da slitta. Il tempo trascorso lontano dalle basi è infatti troppo per portare provviste sufficienti. Per essere selezionati i militari non possono avere figli o fidanzata, perché una volta lì sul ghiaccio immerso nel nulla ci vuole una certa fibra per resistere. Ed è sospeso anche il pilastro scandinavo della parità di genere: le donne militari sono escluse per le missioni. Anche perché la slitta, in alcuni casi, arriva a pesare 750 kg, e non sempre i cani ce la fanno da soli, specie in salita o con il cattivo tempo. 
I cambiamenti climatici
Oggi si viaggia muniti di mappe sullo spessore dei ghiacci aggiornate in tempo reale via satellite. Il cambiamento climatico rende infatti la superficie ancor più instabile. Ma rimane fondamentale il ruolo dei cani da cui la missione prende nome: Sirius è la stella più visibile nella costellazione del Cane Maggiore. 
Il governo danese
Se il recente arrivo del premier ha interrotto la monotonia del lavoro, c’è un’altro evento ancora più atteso. È il cosiddetto «lancio di Natale», non però dalla slitta di Santa Claus, ma dalle forze aeree danesi che, nell’oscurità invernale e con l’aiuto della luce lunare, sorvolano con un aereo cargo la base di Daneborg, dove gli uomini di Sirius si riuniscono per le festività. Al Comando Artico di Nuuk, la capitale della Groenlandia, la portavoce Ida Suhr Birkemose conferma che anche quest’anno il lancio speciale è arrivato a destinazione. Come vuole la tradizione da sessant’anni, contiene un albero di natale montabile, il menu danese per la vigilia e per il 25, cibo extra per i cani e, più importante di tutto, i regali di Natale da parte dei parenti dei militari. Un appuntamento così atteso da parte di chi sta giù sul ghiaccio che le forze aeree, nonostante le condizioni meteorologiche complicate, hanno sempre trovato un modo per non mancare la consegna. 
Durante la visita di fine ottobre il premier danese ha affermato alla tv danese che stanno «tornando i vecchi tempi, quando ai russi interessava molto l’Artico». La presenza della missione Sirius sul ghiaccio groenlandese sembra garantita anche per il prossimo Natale.