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 2019  gennaio 02 Mercoledì calendario

Il grande bluff di Jeanne Calment, l’ultracentenaria morta due volte per le tasse di successione

 È certamente quello che si chiama un cold case. La protagonista è morta 21 anni fa all’età di 122 anni.
Ma è proprio questo il punto: quanti anni aveva davvero Jeanne Calment, orgoglio di Arles, la cittadina provenzale celebrata da Bizet? L’anzianissima arlesiana è scomparsa nel 1997. Per molto tempo nessuno ha messo in dubbio che la signora detenesse il record mondiale di longevità: per essere precisi, 122 anni e 164 giorni. Lei rilasciava interviste a raffica e all’ente del turismo piaceva far credere che il clima mediterraneo della cittadina del Mezzogiorno francese avesse favorito lo straordinario risultato. Qualcuno ricorda di averle sentito dire: «Ho conosciuto Van Gogh».
Circostanza certamente possibile.
Il pittore olandese dipinse i due quadri che intitolò “l’Arlesiana” nel 1888 e nel 1890. Quando la signora Jeanne aveva 13 e 15 anni.
A spezzare l’incantesimo è arrivato in libreria il testo di due scienziati russi, il matematico Nicolai Zak e il genetista Valery Novoselov. Che hanno confrontato dati, effettuato interviste, scavato negli archivi e sono arrivati a una conclusione clamorosa: la signora Jeanne sono due, come la signora di Morli di Pirandello. Perché, stando all’ipotesi del libro, la signora Jeanne è morta nel 1934, uccisa dalla pleurite a 59 anni, senza battere alcun record di longevità. Il suo posto nei documenti ufficiali sarebbe stato preso, incredibilmente, dalla figlia, Yvonne, che si sarebbe semplicemente sostituita alla madre senza che nessuno se ne accorgesse, risparmiando in questo modo sulle tasse di successione. E sarebbe Yvonne la donna morta nel 1997, all’età reale di 99 anni. Una rivelazione che manderebbe in pezzi il presunto record, togliendo ad Arles uno dei primati di cui va orgogliosa nel mondo. Soprattutto facendo fare una figuraccia ai medici e scienziati francesi che certificarono l’incredibile longevità della signora.
Ma i russi insistono. Novoselov e Zak spiegano nel libro che la signora non avrebbe potuto avere quell’età e trovarsi nelle condizioni di salute descritte dai testimoni dell’epoca. Un medico riferisce che la signora, alla veneranda età di 114 anni, era alta un metro e mezzo, solo due centimetri meno di quando aveva 57 anni, ciò che sarebbe anomalo in base ai parametri sanitari. Altri elementi sono basati su episodi e stranezze.
La prima è che non esiste un certificato di morte di Yvonne, la figlia. Ma solo una dichiarazione di una vedova che sostiene di averla vista morire per la pleurite, la malattia che, in realtà, secondo i russi, avrebbe ucciso la madre. La seconda stranezza è nell’incredibile ritrosia mostrata dalla signora Jeanne nel 1975 quando i funzionari del municipio di Arles andarono a casa sua per organizzare i festeggiamenti per il centenario. Sorprendentemente Calment avrebbe rifiutato l’offerta: «Ricordo che non desiderava affatto celebrare quel compleanno», racconta il sindaco dell’epoca Jacques Perrot.
Timidezza o coda di paglia? Tutto cambia nel 1985 quando la signora festeggia in pompa magna i 110 anni nella casa di riposo dove nel frattempo viene ricoverata. Infine i russi sostengono che la signora deceduta avesse il colore degli occhi diverso da quello della signora in gioventù.
Argomentazioni che fanno discutere i francesi. Uno svago se si pensa alla crisi sociale, alla rivolta del gilet jaunes, agli attacchi quotidiani che coinvolgono la presidenza Macron. Forse anche per questo la discussione sull’affare Calment si infiamma. E sono costretti a intervenire i certificatori del record. Su Midilibre prende la parola Jean-Marie Robine, il medico di Montpellier che ha firmato, con il collega Michel Allard, la dichiarazione sull’età della signora: «Quella dei russi è una ricostruzione basata su un’idea che considero pazzesca: l’intera famiglia di Jeanne Calment, compresi il marito, i nipoti e tutta la città di Arles (perché erano una famiglia molto conosciuta) avrebbero accettato senza battere ciglio che la figlia si sostituisse alla madre». Sembra un argomento logico. Ma non fermerà certo la polemica. C’è già chi chiede l’esumazione per decidere chi ha ragione. Cioè per stabilire se davvero nell’adolescenza la signora Jeanne ha potuto incontrare Vincent Van Gogh.