Corriere della Sera, 2 gennaio 2019
L’ultimo dell’anno sulla Rai, fra sassi e tristezza
Dopo la sera del 31 dicembre, dopo che i Sassi di Matera hanno fatto da cornice alla trasmissione di Capodanno di Rai1 e Rai Radio1 «L’anno che verrà», dopo l’esibizione dei «Tarantolati di Tricarico», abbiamo iniziato il 2019 avendo più chiaro il concetto di cultura.Come forse molti lettori sanno, Matera sarà la Capitale Europea della Cultura 2019. Sono stati fatti forti investimenti, anche con partner internazionali, per la realizzazione di un «percorso», parafrasando lo slogan del dossier di candidatura, verso una città che non sia soltanto #open ma anche #linked. Ora, non è facile spiegare in tv cosa significhi essere contemporaneamente #open e #linked. Ma Fausto Leali, prima, e Massimo Ranieri, dopo, ci sono riusciti perfettamente. Mentre rispolveravano a squarciagola i loro successi (avete presente «A chi» o «Perdere l’amore»?), i capelli tintissimi e i vestiti strizzati dal freddo dei Sassi di Matera, afferravano il microfono come un totem (#open) per rivolgerlo subito verso il pubblico che conosceva a memoria gli immortali versi (#linked). Solo che in questo movimento culturale, il canto corale svaniva nel buio materano, creando un effetto comico non previsto.
Capitale Europea della Cultura: Red Canzian, Gianni Togni, Michele Zarrillo, Ivana Spagna, Alan Sorrenti, Donatella Rettore, Edoardo Vianello, Il Volo, Los Locos, Maggie & Bianca … Il primo motivo per cui in Italia la cultura si è fatta triste è proprio l’aver rinunciato all’intrattenimento di alto livello. La cultura ha rinnegato la vocazione a far passare il tempo in maniera gradevole per torturarci facendoci sperare che finisca il prima possibile (bisognava però aspettare la mezzanotte per il conto alla rovescia e il brindisi sponsorizzato).
Matera sarà Capitale Europea della Cultura. Con spettacoli belli, speriamo, non necessariamente #open e #linked.