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 2019  gennaio 02 Mercoledì calendario

Maschio, femmina o «divers», ovvero vario. Il nuovo sesso sulla carta d’identità dei tedeschi

«Divers», cioè «vario». È il nuovo sesso che da ieri compare sui documenti di identità tedeschi accanto a «maschio» e «femmina». Per attestarlo servirà un certificato medico. È infatti entrata in vigore la legge approvata in estate dal parlamento, che recepisce una sentenza della Corte costituzionale federale del 2017 (a correzione della norma del 2013 secondo cui si poteva invece omettere l’indicazione del sesso). Riguarda le persone intersessuali, quelle cioè che nascono con un corpo che ha caratteristiche biologiche né del tutto maschili, né del tutto femminili: 100 mila individui solo in Germania e tra lo 0,05 e l’1,7 per cento della popolazione mondiale, stimano le Nazioni Unite (quanto le persone con i capelli rossi). I sessi registrati in natura infatti sono tre e l’intersessualità può essere dovuta a varie condizioni cromosomiche, all’insensibilità al testosterone o agli estrogeni e ad altri fattori. Chi cambia il sesso sui documenti in «divers» – è permesso anche agli intersessuali già adulti —, potrà modificare di conseguenza il suo nome proprio. In Europa l’indicazione del terzo sesso sui documenti è stata introdotta per la prima volta dall’Olanda, a maggio, anche in quel caso dopo una sentenza della Corte costituzionale. La stessa cosa è successa in Austria a giugno. Il terzo sesso è previsto per gli intersex anche in Australia e Nuova Zelanda. In passato la tendenza era di «correggere» chirurgicamente il corpo dei bambini intersessuali, attribuendo loro il sesso maschile o femminile senza aspettare che sviluppassero una percezione autonoma del loro genere. Prassi che oggi gli intersex denunciano come violenza. La nuova norma tedesca non riguarda le persone transgender, quelle cioè che hanno una percezione del proprio genere diversa da quella del sesso biologico con cui sono nate, un motivo per il quale è stata osteggiata dalle associazioni che le rappresentano. Negli ultimi anni sempre più persone trans si concepiscono come «genderfluid» o «non-binarie», cioè fuori dalla distinzione maschile-femminile. E alcuni Paesi (tra cui Canada, India, Pakistan e Nepal) le riconoscono come «terzo genere».