Corriere della Sera, 31 dicembre 2018
Morbillo, l’Italia ha dimezzato i contagi
Due vistose palle rosse contraddistinguono Italia e Francia nella cartina geografica dell’Europa. Sono le nazioni a maggior incidenza di morbillo ad ottobre. Siamo ancora malvisti nell’ambito dell’Ue per la diffusione di una malattia infettiva che sembrava prossima all’eliminazione nel mondo. Eppure siamo in controtendenza: dallo scorso anno i casi si sono quasi dimezzati: da 5.393 a 2.427 (al mese di novembre).
Il fallimento delle strategie anti epidemiche del Vecchio Continente è il tema di un editoriale del Financial Times che riprende i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: nei primi dieci mesi del 2018 sono stati 54 mila i contagi in tutta la regione, più che raddoppiati rispetto all’anno precedente. Secondo il quotidiano, la causa in larga parte sarebbe nel populismo di certi politici che hanno abbracciato la linea del sospetto dei No Vax. L’Italia era seconda solo alla Romania nella classifica dei Paesi con più morbillo prima di risalire la china, oggi è al terzo posto dopo Grecia e Francia. L’articolo attribuisce una fetta di responsabilità a Beppe Grillo «vaccine sceptic» e Matteo Salvini che ha dichiarato pericolosi i vaccini. «Le implicazioni sulla salute sono profonde», è la conclusione.
La bocciatura arriva a scoppio ritardato. Da noi l’allarme resta alto, ma non può passare sotto silenzio il dimezzamento. Qualcosa di positivo è successo. Le coperture vaccinali sono aumentate di 4 punti passando in un anno da 87,26% a 91,68% (anno peggiore il 2015 con 85,29%) anche in virtù della legge Lorenzin sull’obbligo di vaccinazione contro dieci malattie infettive per l’ammissione a nido, asilo e elementari. «La legge ha avuto la sua efficacia, molto però bisogna ancora fare. La soglia di sicurezza si ottiene al 95% di copertura e abbiamo ancora fasce di popolazione suscettibili. Il problema non è risolto perché il virus ha un andamento ciclico. Veniamo da due anni di epidemie, era logico aspettarsi un calo. Molti sono immunizzati per aver preso l’infezione», è l’analisi di Antonietta Filia, reparto epidemiologia Istituto Superiore di Sanità.
Lo scorso anno più del 90% dei contagiati è risultato non vaccinato, tra questi 85 dei 107 sanitari che si sono ammalati. La media dei contagiati è 25 anni: la fascia dei cosiddetti giovani-adulti è scoperta. Così il ministero della Salute per gennaio conta di avere una bozza concordata con gli altri dicasteri per incentivare le donazioni fra universitari, sportivi, militari con l’obiettivo di tappare i buchi dell’epidemia. Il ministro Giulia Grillo ha ribadito che per l’infanzia l’antimorbillo è obbligatoria e c’è l’ipotesi di introdurre una forma di persuasione per gli operatori sanitari. Restano poi le criticità regionali. L’incidenza maggiore di casi riguarda Sicilia e Calabria. A livello nazionale otto i morti del 2018, la metà dei malati sono stati ricoverati in ospedale con complicanze gravi fino a convulsioni e encefalite.