La Stampa, 31 dicembre 2018
Dal chirurgo per il selfie perfetto: 15 mila ritocchi estetici al mese
Una foto tira l’altra. In posa, un po’ più in là col braccio, ancora una. Quanti scatti occorrono per il selfie perfetto? Provare, provare. Le star, basti pensare a Lady Gaga o Belen, ne fanno un business. E c’è chi parla di «selfite», in termini patologici. Ma i più esigenti vanno oltre, e pur di ottenere la foto ideale ricorrono alla chirurgia estetica. Un ritocco al naso, sopracciglia disegnate, via pieghe d’espressione e orecchie a sventola, più volume al seno. Già dall’adolescenza, a partire dai 13 anni. Un’esplosione negli ultimi 5 anni. Oggi, secondo le stime delle associazioni professionali del settore, si parla di 10-15mila interventi chirurgici ed estetici al mese legati a selfie-mania e culto dell’immagine.
Interventi chirurgici per un volume di affari che sfiora i 20 milioni di euro al mese. Certo, la chirurgia estetica può migliorare il rapporto col proprio corpo, c’è il rischio però di alterare la percezione del confine tra virtuale e reale. Complice il successo dei social. Instagram spopola tra i giovani (soprattutto tra 18 e 29 anni), e il “caffè” ormai si prende su Facebook. Ma prima una passata di Snapchat, la app che offre vari filtri per modificare le foto: “clic!”, e come per magia spariscono le imperfezioni. In una fiera perenne di vanità e illusioni.
Se una volta i pazienti mostravano al medico l’immagine della star a cui somigliare, oggi «chi ha meno di 30 anni si presenta alla visita col selfie modificato su snapchat - sottolinea Stefania De Fazio, specialista della Sicpre, la Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, esperta in trattamenti di bellezza. E, aggiunge, «circa il 20% dei pazienti è formato da adolescenti». Secondo uno studio del 2015 della Sicpre, che riunisce 1200 soci, i pazienti che, insoddisfatti dei propri selfie, si rivolgono al chirurgo sono per l’83% donne e per il 17% uomini, con il 39% delle richieste che viene dalla fascia d’età 18-25 anni. Le correzioni più desiderate sono le infiltrazioni di filler (58% di richieste) per ringiovanire il viso. Poi un paziente su due vuole rifarsi il naso (53%), e il 44% chiede i trattamenti con tossina botulinica per inestetismi e rughe facciali. Oltre un terzo punta sul seno (33%), a seguire: correzione delle palpebre (28%), lipoaspirazione (17%) e minilifting (3%), forma più soft del classico tiraggio.
Un fenomeno sotterraneo
«Negli ultimi due anni abbiamo registrato una crescita del 15% di interventi e procedure estetiche allo scopo di apparire migliori in foto sui social – spiega Daniele Fasano, presidente della Sicpre – L’operazione che va per la maggiore resta la rinoplastica. In aumento i ritocchi alle palpebre e il minilifting. Per mail mi arrivano oltre 25 richieste al mese di interventi legati al culto dell’immagine». In generale, oltre i due terzi delle domande riguardano le procedure di medicina estetica, quindi senza l’uso del bisturi, meno impattanti. «Anche perché - precisa lo specialista - la gente vuole un decorso post operatorio rapido». Fatti salvi i bisturi, l’acido ialuronico è il metodo estetico più gettonato, specifica la dottoressa De Fazio e ciò «per definire contorni e volumi di labbra, zigomi e fronte», con un effetto simile alla spolverata mangia-rughe di Snapchat. Poi c’è la tossina botulinica che mette a riposo le pieghe del viso, senza dimenticare il laser e il cosiddetto “lifting dei vampiri” in cui il sangue del paziente viene filtrato e poi iniettato nel viso per rinnovare l’epidermide. «Tra i ragazzi, la richiesta più frequente riguarda il naso, già dall’adolescenza – puntualizza De Fazio -. Per i minori, accompagnati dai genitori, va molto il rinofiller: a quell’età non si può intervenire col bisturi sul naso, quindi si fa ricorso all’acido ialuronico». Si usa invece la chirurgia anche tra i giovanissimi per le orecchie a sventola. Inoltre l’atteggiamento “da selfie” porta a una grande concentrazione sulla sensualità del volto, quindi «labbra più voluminose e sopracciglia come dipinte». Attenzione però a non esagerare e assumere espressioni innaturali, come il cosiddetto “sguardo mefistofelico” nel caso di sopracciglia troppo tirate. «Lo specialista – afferma De Fazio - deve consigliare il paziente in un’ottica di armonia esteriore e interiore». Tra gli adulti, le donne puntano al minilifting del viso; gli uomini vogliono correggere le rughe intorno agli occhi. Trasversale rispetto all’età, la mania del sorriso perfetto da selfie: è in crescita l’applicazione delle “faccette” sui denti, procedura che comporta la limatura dello smalto e che dunque va fatta con grande scrupolo.
I costi e il volume d’affari
Le procedure estetiche costano dai 300 ai mille euro; gli interventi chirurgici da 2500 fino ai 10mila. I prezzi oscillano in base al professionista e alla città. Ma una cosa è certa: il business fa gola a tutti. «Ai convegni sulla chirurgia estetica è sempre più massiccia la presenza di dottori con specializzazioni diverse che vogliono acquisire expertise in questo settore», osserva Fasano. Fenomeno rilevato anche dalla Aicpe, l’Associazione italiana di chirurgia plastica estetica. «Un interesse legato a un fatto economico - sostiene Gabriele Muti, segretario nazionale dell’Aicpe - Nel nostro Paese gli specialisti sono circa 1500. Ciascuno, in media, in un mese svolge una decina tra interventi, procedure estetiche e ritocchi, anche legati a interventi precedenti, per un giro di affari che può aggirarsi sui 20 milioni al mese. Se poi a questi professionisti si aggiungono tutti gli altri, i volumi salgono molto». Il consiglio? «E’ bene – dice Muti –verificare se il medico scelto sia iscritto a Sicpre o Aicpe, o comunque agli elenchi professionali ufficiali».