Robinson, 30 dicembre 2018
26 giugno 1919, la rivincita del tabloid
Nato nel 1919 in America, e da sempre snobbato dai grandi giornaloni perché definito un mezzo giornale, con grandi illustrazioni, notizie troppo popolari e articoli brevi (20-80 righe) scritti con linguaggio stringato e diretto, il tabloid, con le sue pagine alte un po’ più di 40 cm e larghe un po’ meno di 30 (43 x 28 per l’esattezza), si è preso la rivincita quando la crisi economica ha costretto i suoi “fratelli maggiori” per formato a ridurre le loro dimensioni. Così nel 2003, il grande giornalismo anglosassone di Indipendent, Times e Guardian, come molti altri, ha capitolato, lasciando il cosiddetto formato lenzuolo (74 x 59 cm) e scoprendo che la forma non alterava la qualità dell’informazione, ma faceva bene alle casse e ai lettori, soprattutto per la sua maneggevolezza in luoghi stretti e affollati, come bus e metro.
Il formato tabloid ha visto la luce cent’anni fa (1919) negli Stati Uniti, con la fondazione del quotidiano New York Daily News, che sin da subito conobbe il favore del pubblico per la sua semplicità e la comoda leggibilità. La Repubblica, nata nel 1976, è considerata da tutti il primo tabloid italiano e ci piace pensare che il suo fondatore Eugenio Scalfari abbia scelto questo formato per intuizione grafica prima ancora che per una convenienza economica. E comunque gli anni e i successi gli hanno dato ragione.