Corriere della Sera, 30 dicembre 2018
Così sparisce il vulcano Krakatoa
Il Figlio, come il Padre, dopo aver dato sfogo alla sua furia, sta sprofondando. «L’Anak Krakatau (così lo chiamano gli indonesiani, per noi è il Krakatoa, ndr) si è ridotto di due terzi soprattutto sul lato occidentale», hanno fatto sapere ieri gli esperti del Centre of Volcanology and Geological Hazard Mitigation, il centro di vulcanologia indonesiano. Sulla base delle foto satellitari scattate prima e dopo l’eruzione dall’agenzia spaziale giapponese e dai satelliti europei, gli scienziati hanno potuto stabilire come la sua altezza sia scesa dai 338 metri ai 110 attuali. Ma non solo. Si stima anche che tra i 150 e i 170 milioni di metri cubi di roccia e cenere siano scivolati verso il mare. E sarebbero stati proprio quei blocchi di roccia finiti nell’oceano ad aver provocato, la settimana scorsa, tra Giava e Sumatra, lo tsunami costato la vita a 400 persone. Per le conferme ufficiali bisognerà però aspettare.
Il «Figlio» è ancora furibondo e continua ad eruttare impedendo agli scienziati di avvicinarsi troppo. Il perimetro di sicurezza è stato esteso a cinque chilometri. Inoltre con il diffondersi della cenere in aria, a causa dei forti venti, decine di voli, comprese alcune tratte internazionali, sono stati deviati. Ai residenti invece è stato consigliato di indossare maschere, occhiali e di tenersi lontani dalle spiagge. Anche perché il mare è molto agitato e grosse onde si stanno ancora abbattendo soprattutto sulla costa occidentale dell’isola di Giava.
Insomma, il «Figlio» fa ancora paura. E mentre i soccorritori cercano ancora i dispersi (23), curano i feriti (oltre 7 mila) e prestano aiuto agli sfollati (oltre 40 mila), ai più anziani torna alla memoria la storia del «Padre». Il Krakatoa è noto almeno fin dal lontano 1883, quando eruttando uccise almeno 36 mila persone e provocò quello che fu il rumore più forte mai udito sul pianeta, addirittura più potente della bomba sganciata su Hiroshima secondo alcuni. Poi nel 1927 altre eruzioni fecero emergere dalla caldera del Krakatoa un nuovo vulcano, l’Anak, il «Figlio», come si dice in indonesiano.
E ora il timore che dal «Figlio» possa nascere un «Nipote», altrettanto arrabbiato.