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 2018  dicembre 29 Sabato calendario

I legali frenano Berlusconi: «Basta campagna acquisti»

Stop immediato di Berlusconi all’«Operazione Scoiattolo». Tutti i tentativi in corso di «adottare un grillino» sono stati sospesi. L’ex premier ha personalmente telefonato ai suoi per assicurarsi che l’ordine venga eseguito. Un dietrofront del Capo che lascia l’amaro in bocca a quanti si erano già avventurati nella campagna acquisti. In modo particolare spiazza la senatrice Maria Rosaria Rossi: era stata lei, rivelano fonti molto addentro, a instillare nel Cav la speranza di un ribaltone parlamentare, a solleticarlo con la storia dei 12 senatori grillini pronti a cambiare casacca e a far cadere il governo che a Palazzo Madama si regge su numeri risicati. Maria Rosaria stessa si era offerta generosamente per fare da esca. Nessun’arma impropria, sia chiaro; semplice opera di persuasione. Ma come avvicinare quei dissidenti pentastellati senza insospettire Luigi Di Maio? Facile: fermandoli sul pianerottolo con qualche scusa e intavolando delle conversazioni.
Letta e Ghedini in tackle
La senatrice si era fatta addirittura trasferire da Piazza Cinque Lune (dove hanno l’ufficio tutti gli altri forzisti) a Sant’Eustachio, che è più vicino alle «location» dei Cinquestelle. Idem l’altro agente segreto, Gino Vitali, berlusconiano di Taranto. Il doppio trasloco non poteva passare inosservato. I Cinquestelle sostengono di averli «spottati» in un nanosecondo. Di Maio ha minacciato denunce, invitando i propri senatori a registrare di nascosto ogni abbordaggio per metterlo in rete e segnalarlo eventualmente alla Procura della Repubblica. Scoperto il piano, l’avvocato Niccolò Ghedini è intervenuto come una furia per bloccare tutto, «ma siamo matti?». Anche Gianni Letta si è fatto sentire. Così Berlusconi ha capito che, permettendo ai suoi scoiattoli di raccogliere le ghiande grilline, avrebbe rischiato un bis dell’inchiesta scampata nel 2015 grazie alla prescrizione (il pm Henry John Woodcock l’aveva fatto condannare in primo grado a tre anni per aver «comprato» il senatore Sergio De Gregorio). E comunque, l’obiettivo di spargere il panico tra i Cinquestelle era stato già raggiunto, inutile insistere.
Tensione in famiglia
Ora la domanda è che cos’altro si inventeranno a Villa Maria, dove abita la fidanzata berlusconiana Francesca Pascale. Silvio si ferma a sere alterne in quella proprietà acquistata dalla famiglia Giambelli e diventata grazie a lei il quartier generale della resistenza anti-salvinista. È lì che affluiscono a cena i parlamentari «azzurri» più insofferenti verso la Lega, selezionati dalla inesauribile Rossi; è da quella dimora che partono via social gli attacchi più pungenti al ministro dell’Interno (perfino Fedele Confalonieri ha chiamato Silvio per chiedere conto di certi post contro Matteo, firmati Pascale). E guarda caso, proprio a Villa Maria è stata architettata l’«Operazione Scoiattolo». Ma come al solito, nel magico mondo berlusconiano, le trame politiche si intrecciano con le guerre dinastiche, provocando scintille e cortocircuiti su tutti i fronti. Perciò è impossibile districarle. Le ultime voci narrano di una rottura insanabile tra Pascale e Rossi da una parte, i cinque figli del Cavaliere dall’altra. Non solo alla più grande e protettiva, Marina, ma a tutti loro sembra assurdo che l’anziano babbo tiri tardi la notte, venga stressato in queste cene e sottoposto a continui sbalzi emotivi. Siamo all’«o noi o Francesca». Per la prima volta la fidanzata non è stata ammessa al pranzo natalizio di Arcore. Questo strappo viene considerato un segnale privato e anche politico: chi tra i «berluscones» accetterà inviti a Villa Maria sappia, d’ora in avanti, che farà dispetto alla Famiglia e all’Azienda.