(madre di Ilaria)
Ventiquattro anni aspettando una giustizia che non è arrivata e forse mai arriverà. Se n’è andata con questa spina.
ANGELILLO ANTONIO VALENTIN
(ex calciatore)
Per me era un Di Stefano dei poveri. Non era una grande Inter la sua. Col pallone sapeva fare di tutto, compreso battere con 33 gol il record di Borel nei campionati a 18 squadre. Ero a San Siro, quel giorno. Commosso ma ad occhi asciutti. Era il mio idolo. Quando Herrera convinse Moratti a cederlo, cavalcando astutamente una legittima storia d’amore di Antonio per una cantante di night, la presi come un’offesa personale e diventai tifoso del Milan dalla sera alla mattina. Senza il minimo trauma. Novembre ’64, ingresso in Gazzetta, stop al tifo. Ma credetemi se vi dico che Angelillo all’Inter è stato un grande incompreso. E se non credete a me , sentite cosa disse Guillermo Stabile, detto el Filtrador, quando gli chiesero come mai l’Argentina non avesse vinto il mondiale del ’58. «Perché il miglior centravanti del mondo giocava a Milano». E per regolamento chi giocava all’estero non poteva essere convocato in Nazionale. Voto 9 (molto personale, lo so).
ANZANELLO SARA
(pallavolista)
Aveva superato le conseguenze del trapianto di fegato, era tornata a giocare, ma un tumore al sistema linfatico l’ha portata via. Era stata una delle colonne nel vittorioso mondiale azzurro del 2002. Era una ragazza solare, innamorata della vita. Vivere, senza grandi pretese ma vivere, aveva scritto in uno degli ultimi giorni.
ARMINIO FRANCO
(paesologo)
Poesie, stavolta. D’amore e di terra, recita il sottotitolo di “Cedi la strada agli alberi”(ed.
Chiarelettere). Un assaggio: “Diteci a che punto è il grano,/come stanno le vacche,/che fine faranno le api./Le nostre poltrone/sono le montagne,/i paesi sperduti e affranti,/le rose che tra poco fioriranno”. È terra di Lucania, rivive Scotellaro.
ARU FABIO
(ciclista)
Non pervenuto: 5.
AUDISIO EMANUELA
(giornalista)
Potevo inserirla già negli anni scorsi. L’occasione me la fornisce il conferimento a Nostra Signora dello Sport (copyright del sito pazzoperrepubblica) del premio Manuel Vázquez Montalbán, già assegnato a Eduardo Galeano e Nick Hornby. Roba seria, non il solito premiuzzo che non si nega a nessuno. Un minuscolo pezzo di quel premio ognuno di noi, redazione sportiva, l’ha sentito suo. Per due motivi. Il primo è che in un ambiente incline alle gelosie tutti vogliono bene a Emanuela. Il secondo è che se lo merita. Può scrivere di una dozzina di sport, anche se quelli del cuore restano atletica e pugilato. Ha un suo stile, che da qualche anno ha trasferito ai documentari, ed è uno stile che s’inserisce bene nello stile-Repubblica (sempre di sport parlo). Che è nato nel 1976 e non vuol saperne di morire.
Manù 9 (voto personale ma non tanto).
AZNAVOUR CHARLES
(chansonnier)
Chahnour Varinag Aznavourian all’anagrafe armena. Mai dimenticata, era sempre in prima fila quando si trattava di evocare il genocidio perpetrato dai turchi sul suo popolo. Cantava in sei lingue, sette col napoletano. Ha venduto trecento milioni di dischi. Ispirato dall’amore quotidiano ha conquistato molte generazioni con la sua voce roca, la sua faccia da pugile malinconico. Ha girato una sessantina di film, tra i registi Clair, Cayatte,Truffaut, Petri, Chabrol, Lelouch. Al suo funerale Macron, Hollande e Sarkozy. Diceva: «Non sono mai stato giovane e quindi non posso essere vecchio». Un grande. Chapeau: 9.
BARELLA NICOLÒ
(calciatore)
Un anno fa gli ho pronosticato la Nazionale, con un voto piuttosto alto (8). Stavolta è 8,5, con l’augurio di diventare titolare fisso e la raccomandazione di non esagerare nelle entrate.
BATTOCLETTI NADIA
(atleta)
Trentina della Val di Non, 18 anni, figlia d’arte (correvano anche i genitori, Giuliano e Jawhara) ha vinto in Olanda l’europeo di corsa campestre under 20. Mai un’atleta italiana ci era riuscita. E mi sa che siamo solo all’inizio: 8,5.
BENTANCUR RODRIGO
(calciatore)
Ottimo acquisto. Un Marchisio giovane con la garra charrua in più. 8
BERTOLDI SILVIO
(giornalista) Se n’è andato il miglior direttore che ho avuto negli ultimi 45 anni. A Epoca mi ha insegnato molto. Un grazie pubblico, doveroso e sincero.
BIDON
(collettivo di scrittura)
In francese, bidòn è la borraccia. In questo caso, è un gruppetto di giovani filociclisti dotati di buona scrittura. Che da sola non basterebbe. Infatti non è sola. “Chissà che l’utopia non vinca” (ed. Ediciclo) ha un sottotitolo lungo ed esplicativo: “Storie e visioni della stagione ciclistica 2018 (e non solo)”. Largo spazio alle tappe del Tour, quasi tutte seguite dal divano di casa. Pierre Chany avrebbe detto di loro: «Voila des suiveurs qui méritent d’etre suivis».
BOWLING
(nazionale italiana maschile)
Non so quanti se ne siano accorti, ma è la notizia sportiva più sorprendente. David che batte Golia o uomo che morde cane, fate voi. La nazionale Usa, che include i primi tre giocatori del mondo, tutti professionisti che guadagnano milioni di dollari, nella finale mondiale di Hong Kong è stata battuta 2- 0 (189-169 e 210-166) dai dilettanti italiani, che hanno viaggiato a spese loro, nel rimborso solo vitto e alloggio. I cavalieri che fecero l’impresa: Pierpaolo De Filippi, Antonino Fiorentino, Marco Parapini, Nicola Pongolini, Marco Reviglio, Erik Davolio, ct Massimo Brandolini. Non è stato un colpo di fortuna perché in semifinale gli azzurri avevano eliminato il fortissimo Canada per 2- 1 ( 176- 162, 210- 244, 190- 179). Voto 9,5.
BURDISSO FEDERICO
(nuotatore)
Pavese, 17 anni, da ripescato a medaglia di bronzo nei 200 farfalla europei. Quasi incredibile, ma vero. Il futuro è suo, voto 8.
CAGNOTTO TANIA
(tuffatrice)
Addio, o forse arrivederci. È arrivederci a Tokyo. Contente loro (lei e Dallapé) contenti tutti. Solo gli atleti, penso, possono decidere quando è giusto smettere e quando è giusto tornare. Voto di cauto incoraggiamento: 7,5.
CECCHINATO MARCO
(tennista)
Al Roland Garros arriva alle semifinali dopo aver eliminato Carreño Busta, Goffin, Djokovic. Lo batte un grande Thiem (numero 8 mondiale). Primi due set molto incerti. Cecchinato passa da n. 72 a n. 27 e saluta con un assegno da 560mila euro che male non gli farà. Voto 8.
CERAN MIA
(giornalista e conduttrice tv)
Premessa: una così brava non può continuare a fare da spalla. Però la sua mimica facciale e la sua disinvolta ironia sono per la parte migliore di “Quelli che il calcio”. Voto 8,5.
CHIELLINI GIORGIO
Due-tre anni fa non avrei immaginato di scrivere queste cose, ma è tempo di scriverle.
Chiellini è un ottimo calciatore (8) e un grande capitano (9), per come sa parlare e metterci la faccia anche nei momenti difficili. Media 8,5.
CHIRICHELLA CRISTINA
(pallavolista)
Il voto a lei (9,5) vale per tutta la squadra azzurra seconda ai mondiali (ma senza Paola Egonu fino a lì non arrivavamo) dispensatrice di grandi emozioni, citata dal presidente Mattarella. «Vorrei che l’Italia somigliasse a voi». Anch’io, però somiglia di più a quella maschile, forte coi deboli e debole coi forti.
COLOMBO CLAUDIO
(giornalista)
Ha scritto Niente è stato vano (ed. Meravigli). La vita di Geza Kertesz, definito lo Schindler del calcio. Per molti anni allenatore in Italia, torna in patria nel ’43 e aderisce alla Resistenza. Fucilato dai tedeschi una settimana prima della liberazione di Budapest.
CONTI BEPPE
(giornalista)
Mangiare, bere e…pedalare (ed. Graphot) segnala i ristoranti del grande ciclismo, da dove son passati Coppi, Bugno, Thurau, Merckx, Adorni, Gimondi, Zandegù, Moser e Saronni. 7 (mezzo voto in meno per i tre puntini nel titolo).
COREA
(nazionale femminile di hockey su ghiaccio)
Una squadra che ha unito nord e sud, simbolo di una svolta sportiva e politica impensabile qualche settimana prima. 8
CRIPPA YEMAN
(atleta)
Bronzo nei 10mila agli europei di Berlino. 8
CRISTIANO RONALDO
(calciatore)
M’aspettavo qualcosa di meno, è arrivato molto di più: 9.
CROZZA MAURIZIO
(attore)
S’è chiusa la sua stagione migliore, per i miei gusti: 9. Di Maio, Tria e il bimbone Leone sono tre capolavori. Non convince l’imitazione di Salvini, forse Salvini è inimitabile.
CUCCHI ILARIA
(cittadina)
Bussa, ribussa, ricorri, appellati, alla fine la verità viene fuori. Ma senza la sua tenacia questa verità l’avremmo solo intuita.
CUCCHI RICCARDO
(giornalista)
Il suo Radiogol (ed. il Saggiatore) racconta 35 anni di Calcio minuto per minuto. Gli anni d’oro, si può dire senza passare per passatisti?
CUTTUNI E LAMÈ
(cd)
Eleonora Bordonaro è una cantastorie moderna. Bella voce, canta in siciliano e anche nel più ostico dialetto di San Fratello.
Voto 8, meno male che c’è un libretto con le traduzioni.
DE LAURENTIIS AURELIO
(presidente Napoli)
E pensarci un po’, valutare le possibili ripercussioni prima di dire certe cose? 4,5.
DE ZERBI ROBERTO
(allenatore)
Che sta succedendo al suo Sassuolo? Ha perso bollicine. 5,5.
ENDRIGO SERGIO
(chansonnier)
Da tre mesi il primo piano della stazione ferroviaria di Luzzara (Reggio Emilia) accoglie la scuola di musica dedicata a lui. Fatto. Ben fatto.
FIASTRI IAIA
(sceneggiatrice)
Spiritosa, divertente, mai una volgarità, era la prediletta a Garinei & Giovannini (Aggiungi un posto a tavola, Alleluja brava gente). Tra i film, da ricordare Pane e cioccolata diretto da Franco Brusati.
FIAT TORINO
(squadra di basket)
Sognavano i tifosi con l’arrivo di coach Larry Brown, santone della Nba. Se n’è già andato: vittorie 4 in 13 gare di campionato, 0 su 10 in Europa. Molti dicono che il difetto è nel manico: dirigenza. Voto 4.
FIORENTINA
(squadra di calcio)
Da Firenze è partita la commossa ola per il capitano, Davide Astori, che ha attraversato tutta l’Italia, come fosse il capitano di tutti. Un momento di grande unità per un uomo che non era un top player, ma un serio e sensibile professionista. L’ultima faccia pulita del nostro calcio s’è vista in quei giorni di dolore condiviso.
FONTANA ARIANNA
(pattinatrice)
La regina dello short track. 9.
FORMAN MILOS
(regista)
Qualcuno volò sul nido del cuculo, Hair, Ragtime, Amadeus, Larry Flint: 8,5.
FRANCESCO
(Papa)
Brutto dirlo, ma sembra oscurato dallo tsunami del cattivismo. Reagire, hasta la victoria siempre. 9.
FRANCO MURIELLE
(attivista)
Nata in una favela, nera, lesbica, di sinistra, militante nella difesa dei diritti umani. Basta e avanza, in Brasile, per essere uccisi. Il 15 marzo, con quattro colpi di pistola alla testa.
FRIZZI FABRIZIO
(presentatore)
Era quello che sembrava: un bravo ragazzo invecchiato nel rispetto del suo ruolo e del pubblico.
GALLO FRANCESCO
(storico di cinema e sport)
È da poco uscito il suo libro, Copa America (ed. Ultra) dedicato a una manifestazione più antica del mondiale: la Copa è nata nel 1916.
GASPERINI GIAN PIERO
(allenatore)
L’Atalanta può vincere, pareggiare o perdere, ma è la squadra più dotata di un’anima collettiva. 8,5
GAVILLUCCI CLAUDIO
(arbitro)
L’ultimo a sospendere una partita (Samp-Napoli) per cori razzisti. Era il 13 maggio. Dopo 50 gare dirette in A, «dismesso per motivate ragioni tecniche», formula usata solo una volta nella storia dell’Aia, nel 2009. La Corte federale valuterà il suo appello a metà gennaio. Intanto ha diretto Vis Sezze-Samagor, partita Giovanissimi provincia di Latina. Più che una dismissione ha l’aria di una punizione. Nel dubbio tifo per lui.
GENTILE ENZO
(giornalista)
Ha scritto Amico Faber (ed.Hoepli): De André raccontato da amici e colleghi. Cronista scrupoloso, Enzo. Nelle 258 pagine c’è un sacco di cose. Voto 8.
GIACCHERINI EMANUELE
(calciatore)
Se il soldatino continua a tirare punizioni alla Maradona, per il Chievo c’è ancora un filo di speranza. 7,5.
GIORGI CAMILA
(tennista)
Numero 26 nel mondo, ha i mezzi per raggiungere un piazzamento migliore. Spesso è tradita dalla voglia di fare punti solo con belle giocate. 7,5.
GOGGIA SOFIA
(sciatrice)
Estroversa e schietta, prima italiana a vincere una medaglia d’oro in discesa alle Olimpiadi. 9.
GUARESCHI GIOVANNI
(scrittore e disegnatore)
L’8 settembre 1943 il tenente di complemento Guareschi fu catturato ad Alessandria dai tedeschi. Rifiutò di combattere con loro e fu inviato nei campi di prigionia in Polonia e Germania. Nel cinquantesimo della morte i figli Alberto e Carlotta hanno curato "Giovannino nel lager" (ed. Rizzoli). Contiene la trilogia "Favola di Natale", "Ritorno alla base", " Diario clandestino" e vale la pena di rileggere queste storie di prigionia. Guareschi le leggeva nelle camerate degli internati per tenerli su di morale.