Corriere della Sera, 29 dicembre 2018
Il giallo sulla fuga della principessa Latifa
La foto è stata inviata dal ministero degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti alla Commissione Onu per i Diritti umani. Ritrae l’ex presidente irlandese Mary Robinson sorridente, a tavola con la principessa Latifa bin Mohammed al-Maktoum, 33 anni, che invece ha l’aria assente. Il ministero ha spiegato di voler così «smentire le false accuse» fatte a proposito della giovane donna. La principessa Latifa, figlia dell’emiro di Dubai nonché primo ministro degli Emirati Mohammed bin Rashid Al-Maktoum, 69 anni, è al centro di un caso la cui stessa esistenza viene negata dagli Emirati.
Secondo un ex spia francese e un’insegnante di capoeira finlandese, che l’hanno aiutata nel suo tentativo, la principessa di Dubai ha cercato di fuggire dalla prigione dorata in cui era costretta a vivere, ma è stata catturata al largo dell’India da un gruppo di uomini armati che l’ha portata via in elicottero. Da allora se ne era persa ogni traccia. La vicenda è stata ricostruita in un documentario della Bbc, «Escape from Dubai». Intervistata da Bbc Radio, Mary Robinson ha confermato la versione di Dubai, spiegando di essere stata invitata dalla Principessa Haya, moglie dell’emiro, e di aver visto Latifa che «è fragile, ha delle difficoltà. Ha fatto un video di cui si è pentita – ha aggiunto – e ha pianificato una fuga». Dopo aver «pranzato con lei», Robinson è convinta che «ha chiaramente bisogno delle cure mediche che riceve».
Il filmato fu pubblicato in marzo su YouTube dopo la scomparsa della principessa, dall’account «Free Latifa». «Se state vedendo questo video o sono morta, o sono in una situazione molto brutta» dichiarava la giovane, per poi spiegare che stava cercando di fuggire perché a Dubai per una donna «non c’è libertà». L’ex ufficiale francese Hervé Jaubert ha poi raccontato alla Bbc di averla aiutata a scappare in yacht, con la complicità di un’insegnante di capoeira finlandese, Tiina Jauhiainen, ma che l’imbarcazione è stata intercettata da un commando a 80 km dalla coste indiane.
Mary Robinson viene accusata da Detained in Dubai («Prigionieri a Dubai») di «recitare alla lettera il copione degli emiri», mentre un’altra ong, Guernica 37 International Justice Chambers, ha ricordato che la politica irlandese «non ha nessuna formazione medica o psichiatrica» per dire che Latifa «riceve le terapie appropriate.
La storia assomiglia così tanto a un film da sembrare incredibile. Ora il coinvolgimento di Robinson arriva a sostenere la versione di Dubai. Ma c’è un particolare che fa rabbrividire: la sua insistenza sulle «cure mediche». Nel video pubblicato dopo il tentativo di fuga, Latifa raccontava di non voler finire come la sorella Shamsa, catturata in Gran Bretagna dopo aver cercato di scappare e poi tenuta in una sorta di custodia psichiatrica, sedata e costantemente monitorata.