La Stampa, 28 dicembre 2018
Black Mirror lo fai tu
Black Mirror spinge oltre le frontiere dello show televisivo e con Bandersnatch, disponibile su Netflix a partire da oggi, lancia il primo film interattivo. «È il nostro episodio più strambo, realizzarlo è stata una follia», rivela Charles Brooker, creatore della serie cult, durante un’anteprima alla sede Netflix di Los Gatos, California. Ambientato nella Londra degli Anni ’80, protagonista del film è Stefan, inventore di un videogioco d’avventura: «Ma sarà poi lo spettatore da casa a giocare col telecomando, decidendo le azioni al suo posto. Un paradosso divertente, non crede?», dice Brooker, 47 anni, inglese. «Tutte le mie sceneggiature partono da un assunto semplice che trovo divertente e nella stesura le rendo tutt’altro che spassose», rivela l’autore, poi paragona lo script di Bandersnatch a un cubo di Rubik.
Concepito come uno speciale programmato per le feste e slegato dalla quinta stagione della serie, già confermata ma con data ancora da destinarsi, il film interattivo di Black Mirror è un’esperienza a dir poco intensa, non solo perché quando le opzioni compaiono sullo schermo si è chiamati a decidere velocemente senza possibilità di «pausa», ma anche per la natura stessa delle scelte. «Molte sono mirate a mettere lo spettatore a disagio». Ma il disagio a cui si riferisce lo sceneggiatore inglese è da sempre il punto forza dello show, i cui episodi sono mini-film a sé stanti, tutti sullo sfondo di una società ipertecnologica e i lati oscuri del progresso.
Toccando argomenti come cybersecurity, privacy dei social network e uso dei droni, se Black Mirror ha l’impatto di un horror psicologico è perché descrive un futuro che oggi appare più plausibile che distopico. «Ogni volta che emerge una notizia che potrebbe essere un episodio dello show, vengo ricoperto da una valanga di tweet e messaggi».
L’episodio Caduta Libera della terza stagione ha infatti preceduto la creazione di un social network in Cina che usa un sistema di classificazione molto simile a quello del film, mentre nell’episodio Crocodile lo scrittore descrive un mondo in cui la memoria della gente possa essere cancellata: «Solo in seguito ho letto che un esperimento scientifico è riuscito a cancellare la memoria dal cervello dei topi. Pare avessero ricordi molto noiosi», scherza Brooker.
Ma il caso più bizzarro è stata la chiaroveggenza del primissimo episodio, il thriller politico Messaggio al Primo Ministro, secondo cui un fittizio premier inglese, sotto ricatto di un sequestratore, avrebbe dovuto intrattenere in diretta tv un rapporto sessuale con un maiale al fine di salvare un membro della famiglia reale. «Per qualche minuto ho seriamente pensato che il mondo fosse una simulazione e la realtà un’illusione programmata in modo da confondermi», confessa Brooker riferendosi al «Piggate», ovvero la voce esplosa nel 2015, secondo cui il premier David Cameron avrebbe inserito le pudenda nella testa di un maiale morto come parte di un rituale di iniziazione.
L’idea di un film interattivo è stata di Netflix, che prima di Bandersnatch si era lanciata in un progetto simile con lo speciale de Il Gatto Con gli Stivali Intrappolato in una Storia Epica. Ma un conto è realizzare un cartone per bambini e un altro produrre un vero film la cui storia può assumere milioni di soluzioni e finali diversi. «La sfida più difficile è stata dare coerenza ai personaggi in ogni possibile permutazione di trama», ammette Brooker, che lo scorso maggio avrebbe inizialmente rifiutato la proposta. «Non ci sembrava possibile creare una storia che non sembrasse un espediente. Poi, settimane dopo, con grande irritazione, abbiamo avuto un’idea che sarebbe funzionata esclusivamente in quel formato e dall’eccitazione siamo passati in un istante a: ora dobbiamo farlo e sarà parecchio complicato».
Ci sono voluti quasi due mesi per girare ciò che Brooker definisce «un film bastardo, sperimentale e terribilmente affascinante». Videogioco o esperienza cinematografica? La linea è sottile e sorprende come due spettatori di uno stesso film possano qui trovarsi a fare i conti con due trame completamente diverse. «Se non sarete soddisfatti, potete sempre premere un pulsante e ricominciare d’accapo».