La Stampa, 27 dicembre 2018
Le metamorfosi delle governanti
Un vento forte, capace di attraversare fasi storiche, conflitti, congiunture economiche, riporta ciclicamente in primo piano la figura della governante. Certo, le epoche cambiano, e quel vento, lo stesso che seguendo la traiettoria di un aquilone fa planare nella vita della famiglia Banks la nuova Mary Poppins interpretata da Emily Blunt, dona al personaggio ogni volta caratteristiche diverse, adatte ai tempi che corrono. Non a caso, spiega Rob Marshall, regista del Ritorno di Mary Poppins, la nuova avventura si svolge nel bel mezzo della Grande Depressione: «Il centro di tutto sta nel ritrovare il bambino che si nasconde dentro di noi e nel mantenere viva la speranza in tempi oscuri. Un tema che mi sembra davvero attuale, considerando lo stato in cui il mondo si trova in questo momento».
Nel film del 1964, star Julie Andrews, i problemi che affliggevano i Banks erano di tutt’altra natura. All’alba del Novecento il tocco della magica governante annunciava cambiamenti nel campo dei metodi educativi che, come dimostrava la Poppins di allora, raggiungono risultati di gran lunga migliori se improntati al dialogo e al confronto alla pari.
Quanto al look, è chiaro che quello del sequel, grazie alla costumista premio Oscar Sandy Powell, rifletta un’attitudine femminile molto contemporanea: «Mary Poppins è una governante - spiega Powell - e, pur avendo caratteristiche severe, ha un cuore gentile. Gli abiti sono essenziali e precisi. Mary deve apparire giudiziosa, alla moda e sofisticata, senza sembrare frivola». Insomma, la divisa perfetta per una militante di «Time’s up» o «MeToo».
Più appariscente, ma ugualmente affettuosa, la governante che in Amici come prima (in testa agli incassi del giorno di Natale con oltre 1 milione e 334mila euro) risolve i problemi di Massimo Colombo (Massimo Boldi), capriccioso proprietario di un hotel di lusso, assistito dalla figlia Susanna (Regina Orioli) che ha il preso il timone dell’azienda di famiglia e non vede l’ora di sbarazzarsi del padre in sedia a rotelle. La nuova assunta, interpretata «en travesti» da Christian De Sica, è un incrocio tra Mrs Doubtfire e Tootsie, ma ha un carattere dolce e solare che risolleverà il morale dell’imprenditore, aiutandolo a ritrovare fiducia in se stesso e gioia di vivere: «Dopo varie vicissitudini - racconta De Sica - si consoliderà tra i due protagonisti un rapporto di forte amicizia che permetterà a entrambi di crescere».
Negli anni le governanti hanno cambiato nome, sono diventate badanti, ma non hanno perso un briciolo delle loro capacità risolutive. Anzi. Nelle nostre esistenze di famiglie nucleari e non più patriarcali, nelle metropoli dove, in età avanzata, è sempre più difficile evitare la solitudine, hanno assunto un ruolo sempre più determinante. Tra i film citati nella commedia della coppia De Sica-Boldi c’è Quasi amici, campione d’incassi del 2012. Lì la badante si chiamava Driss (Omar Sy), era un ragazzo di periferia appena uscito di prigione, assunto per assistere l’aristocratico Philippe (François Cluzet), divenuto paraplegico dopo un incidente di parapendio. Sulla carta due persone diverse come il sole e la luna, nella realtà un duo che, dopo gli attriti iniziali, raggiunge affiatamento perfetto: «Insieme questi due uomini - hanno sottolineato i registi Eric Toledano e Olivier Nakache -, uno vittima di handicap fisico, l’altro di handicap sociale, creano una sorta di bizzarra e inaspettata complementarietà». Il tema, in fondo, è sempre lo stesso, l’elemento estraneo che entra nel vivo degli equilibri familiari, influenzandoli profondamente.
Certe volte i mutamenti sconfinano nel sociale e, come racconta The Help, succede che la presa di coscienza anti-razzista passi per il rapporto di affetto, che nel Mississippi del 1960, lega la giovane aspirante scrittrice Skeeter (Emma Stone) alla governante di colore Aibileen Clark (Viola Davis).
Nel cinema italiano Anni 70, la figura della governante, a partire da Malizia di Salvatore Samperi, si presta a un’ampia declinazione in chiave erotica. Strumento dell’iniziazione sessuale del figlio adolescente di un padre vedovo e ricco (Turi Ferro), la protagonista (Laura Antonelli), dopo aver subito e gestito il desiderio del ragazzo, sposa il capofamiglia e diventa padrona di casa. Accade anche che innocue tate sintetizzino paure latenti, come nel thriller La mano sulla culla di Curtis Hanson, e orrori sopiti, come nell’Albero del male di William Friedkin, dove la baby sitter ideale si rivela devota a uno spirito maligno. Ognuno ha la governante che si merita, e, una cosa è certa, la storia continua.