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 2018  dicembre 27 Giovedì calendario

La casta pentastellata è già costata 2 milioni

Fare politica a costo zero è stata una regola fondamentale, quasi irrinunciabile, nel M5s. Ma vinte le elezioni il 4 marzo scorso e nato il governo Conte, è partito l’assalto alla diligenza. E dal vocabolario grillino è sparita anche la politica a chilometro zero: scorte e auto blu accompagnano i ministri pentastellati che rapidamente si sono calati nella nuova parte, occupando poltrone e distribuendo incarichi ad amici, compaesani e trombati. In perfetto stile Prima repubblica. 
La casta grillina si muove con passo felino tra gli ingranaggi del Potere. Il premier Giuseppe Conte e i ministri del M5s costano allo Stato italiano all’incirca 5 milioni di euro l’anno tra portaborse, collaboratori, consulenti, portavoce e staffisti. Sia chiaro, tutti incarichi fondamentali per l’espletamento dell’attività politica e istituzionale. Che però Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Beppe Grillo avevano promesso di cancellare, una volta giunti al governo dell’Italia. Nella casta grillina hanno trovato posto amici di liceo e università, compaesani (il record lo detiene il vicepremier Di Maio) e trombati alle ultime elezioni politiche. L’esecutivo gialloverde ha giurato il primo giugno 2018: esclusi i primi due mesi, necessari all’avvio della macchina amministrativa, la casta grillina s’è già divorata due milioni di euro per pagare incarichi ad amici, consulenze a trombati e portaborse compaesani. In cima alla classifica, ovviamente, ci sono il presidente del Consiglio Conte e il ministro del Lavoro e Sviluppo Economico Di Maio. Lo staff esterno del premier (nel calcolo non è incluso il personale proveniente da enti pubblici, Csm e Pa) è costato fino ad oggi circa 226mila euro. Poltrona d’oro per il portavoce Rocco Casalino che intasca 169mila euro l’anno. Con le sue tre poltrone, tra Palazzo Chigi (vicepremier) e via Veneto (sede dei ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico), il capo politico dei Cinque stelle Di Maio ha fatto il pienone tra amici, trombati e dipendenti della Casaleggio. La casta che segue Di Maio pesa ogni anno circa 850mila euro: fino ad oggi amici e compaesani hanno intascato 283mila euro. Il compenso più alto è per Pietro Dettori: il fedelissimo di Davide Casaleggio porta a casa circa 130mila euro l’anno. Tra i ministri grillini si fanno notare per staff e spese, non proprio francescane, Sergio Costa e Alberto Bonisoli. Il ministro dell’Ambiente si è circondato di uno staff di 14 persone. Il peso per le casse dello Stato è pari a 969mila euro l’anno: fino ad oggi è costato 323mila euro. Il capo di gabinetto, Pier Luigi Petrillo, viene pagato a peso d’oro: 226mila euro l’anno. Lo Stato italiano per pagare lo staff del ministro dei Beni Culturali ha già speso 234mila euro. A fine anno i soldi sborsati saranno 702mila per retribuire 14 persone tra portavoce, segretari e consulenti. Marco Ricci con 102.082,37 ha il compenso più alto. Barbara Lezzi è un ministro senza portafoglio, con delega al Sud, ma spende mezzo milione di euro l’anno per otto collaboratori. In linea con i predecessori, gli altri ministri del M5s: Riccardo Fraccaro, delega ai Rapporti con il Parlamento, ha lo staff composto da cinque persone: 225mila euro. Fino ad oggi è costato 75mila euro. La struttura esterna del ministro della Difesa Elisabetta Trenta costa 200mila euro l’anno. Chiudono la classifica i due sottosegretari Vito Crimi (Editoria), supportato da un mini-staff di due persone (120mila euro l’anno) e Vincenzo Spadafora (Pari Opportunità) con 4 persone e una spesa di 165mila euro.