La Lettura, 23 dicembre 2018
I batteri (buoni) restaurano l’opera d’arte
Potrebbe essere una rivoluzione per il mondo del restauro, nonostante nell’ambito accademico se ne parli ancora con molta cautela. Uno studio del Centro di ricerca interdipartimentale dell’Università di Ferrara (Cias), pubblicato sulla rivista scientifica «Plos One», ha scoperto l’esistenza di «batteri restauratori», microrganismi che aiuterebbero a proteggere le opere d’arte dal degrado e dai segni del tempo. Il gruppo di lavoro impegnato nello studio, guidato dalla microbiologa Elisabetta Caselli, ha testato i batteri probiotici del genere Bacillus, già utilizzati negli ospedali, sull’Incoronazione di Maria Vergine di Carlo Bononi, per contrastare la crescita di funghi e di microrganismi dannosi per la tela. Il quadro, realizzato tra il 1616 e il 1617 e custodito nel transetto della chiesa di Santa Maria in Vado, a Ferrara, era stato danneggiato dal sisma che ha colpito l’Emilia nel 2012. Il Bacillus è stato testato su un campione di quattro millimetri prelevato dall’opera. «I Bacillus probiotici agiscono secondo un meccanismo di esclusione competitiva, rimpiazzando i microrganismi dannosi sulle superfici dove vengono applicati», spiega a «la Lettura» Elisabetta Caselli. Tuttavia, precisa la studiosa, «il metodo sperimentale non è stato usato direttamente sulla tela – il cui restauro, finanziato dal Cias, è costato circa 10 mila euro – ma è stato testato in vitro sui microbi isolati dal quadro. I risultati sono promettenti, anche se saranno necessari ulteriori studi per verificare che i Bacillus non causino danni se usati sulle opere».