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 2018  dicembre 24 Lunedì calendario

Quelli che a Natale sono tristi. È l’Effetto Grinch

Detestate il Natale e tutto quello che ha a che fare con queste festività, comprese le musiche natalizie che risuonano nei negozi, nelle strade e nelle case illuminate a festa? Provate fastidio e irritabilità di fronte ai Santa Claus, agli addobbi luccicanti che vi circondano ovunque, e al richiamo sonoro dei messaggi seriali di auguri che intasano i vostri cellulari? Non preoccupatevi, siete affetti da quello che è stato chiamato Effetto Grinch, dal famoso personaggio di fantasia che detesta il Natale, che è un disturbo psichiatrico passeggero, tipico di questo periodo dell’anno, che mette in sofferenza migliaia di persone inconsapevoli di esserne portatori. La sua sintomatologia si manifesta con un misto di depressione, malumore, spossatezza e insofferenza, con oscillazioni evidenti dell’umore che crescono e si esacerbano con l’avvicinarsi della data della vigilia, e che innescano in questi pazienti una intolleranza manifesta verso tutti quei preparativi che dovrebbero invece provocare la gioia dell’attesa. A rischiare di risentire in modo negativo del clima natalizio sono soprattutto due tipologie di persone, che hanno in comune il Seasonal Affective Disorder (Sad), disturbo che insorge nel tardo autunno-inverno e si protrae fino alla primavera, causato dalla riduzione delle ore di luce solare, che induce un peggioramento rapido di uno stato depressivo latente, esacerbato dal clima di euforia altrui e dalle aspettative eccessive collettive legate alle feste natalizie.

NON SINTONIZZATI
Questi pazienti hanno di base un equilibrio psicologico precario, perché hanno bisogno di ritmi abituali, necessitano di sonno regolare, di pochi stimoli, mentre l’eccitazione generale innesca in loro uno stato depressivo e di smarrimento per cui non riescono ad armonizzarsi a questo periodo dell’anno, non si sintonizzano sulla lunghezza d’onda degli altri e percepiscono una frattura con la società che li circonda e che li spinge ad isolarsi ed ignorare completamente o respingere qualunque tentativo di coinvolgimento sociale. A destabilizzare incide anche la spinta collettiva a spendere, spesso più del dovuto, e il sentirsi obbligati all’esasperazione consumistica, alla ricerca di regali da donare, che si fa fatica a scegliere, il che si tramuta in un boomerang che influisce sull’umore di alcuni soggetti fragili che ne risentono più di altri. Non solo. Il Natale rischia di essere il periodo più difficile per chi soffre di Disturbo Bipolare, una patologia che alterna stati depressivi a eccitamento euforico, e queste persone oscillano tra un aspecifico ampliamento della risonanza affettiva e una labilità emotiva ad una sostanziale instabilità umorale, passando da una eccessiva sonnolenza all’insonnia, dall’essere gioiosi al cupo pessimismo, dall’ilarità alla polemica, fino alla perdita della direzionalità, ritrovandosi assolutamente inadeguati al clima festivo, diventando scostanti ed irritabili per un nonnulla, spesso compensando il disagio con la spinta a mangiare continuamente carboidrati per gratificare una carenza che incide sul tono dell’umore che non si sa come placare. La Sad infatti, è la tipica depressione stagionale che determina improvvisamente disinteresse per quelle attività che si svolgono normalmente, che induce sonnolenza e calo del desiderio sessuale, spesso accompagnata da una fame nervosa, con intenso desiderio di cibo anche a stomaco pieno, mettendo l’organismo sotto stress ormonale e metabolico. Anche il freddo esasperato influisce ed incide, inducendo i soggetti a rinchiudersi in casa, a non uscire e ad isolarsi, a tenersi lontani dalle convenzioni, in un’apatia immotivata che li spinge ad evitare la convivenza con familiari e parenti e rifuggire da ogni occasione di convivialità.

UMORE ALTALENANTE
Il Disturbo bipolare invece, alterna stati di depressione a stati di mania euforica, ambedue sproporzionati agli eventi che li provocano, in un’alternanza tra le due fasi che oscilla tra la nevrosi e la labilità organica della personalità, che si traducono in iniziative comportamentali che alterano l’equilibrio psicologico ciclotimico dell’individuo, e che si traducono in un disturbo affettivo importante. In realtà la sintomatologia affettiva non è la manifestazione più evidente, mentre lo sono le conseguenze comportamentali facilmente obiettivabili, innescate da viraggi improvvisi dell’umore, fenomeno noto come “switch espansivo”, che esplodono senza preavviso transitando dall’eutimia alla fase di mania, che possono intervenire in poche ore, non di rado dopo una notte insonne. Durante questo periodo di alterazione dell’umore la sovrastimolazione del clima natalizio in realtà induce in questi soggetti una inconciliabilità delle loro funzioni psichiche, con ricadute affettive e comportamentali che li porta a frenare qualunque tipo di iniziativa, per quanto virtualmente desiderata, a rifiutare qualunque contatto, fino alla paralisi emotiva ed ideativa, con un chiaro cambiamento del modo di agire, che conduce quasi alla fobia sociale. È l’effetto del “Christmas blues”, quella depressione natalizia che fa sentire profondamente tristi, ed è una sorta di difesa psicologica del proprio io da un clima obbligatoriamente festoso, nel quale non ci si riconosce e al quale ci si vuole sottrarre. 

GRANDI DORMITE
C’è chi parte prima di Natale e rientra all’Epifania, chi inventa febbri influenzali inesistenti pur di non partecipare ai cenoni di fine anno, e chi candidamente rivela di voler andare a dormire presto per non affaticarsi, proprio perché affrontare il pranzo di Natale o di Capodanno appare come una tortura insopportabile, soprattutto se affollata di amici o parenti con i quali non si ha molto in comune. Quindi, se in questo periodo vi sentite malinconici e poco propensi a vivere la magia del Natale, se soffrite la mancanza di persone che non ci sono più, se non avete voglia di riunioni di famiglia obbligate, di vedere parenti con cui ci sono ostilità, o vivere dinamiche familiari che preferite evitare, sappiate che state vivendo un particolare fenomeno passeggero, tipico del mese di dicembre, nel quale non si deve essere felici per forza, e che è comune a moltissime persone, le quali ridimensionano l’importanza del periodo natalizio nutrendo la propria flessibilità, allentando la pressione indotta dalle aspettative e provando a vivere le feste non come una imposizione, senza sforzarsi per uniformarsi al contesto, ed arrivare all’Epifania con il senso di sollievo espresso da Christian De Sica in uno dei cine panettoni dei fratelli Vanzina, quando, passate le feste, esclama con tono liberatorio: «E anche sto’ Natale ce lo semo levato dalle palle!».