Corriere della Sera, 23 dicembre 2018
Bilancio natalizio della Serie A
In un bilancio natalizio le delusioni vere sono due: l’Inter con meno 7 punti e la Roma con meno 15. C’è anche il Milan nel conto che però ha 3 punti in più e salva almeno l’apparenza. È pesante il mistero dell’Inter. Ha acquistato 7 giocatori che tutti hanno definito ottimi (De Vrij, Nainggolan, Politano, Lautaro, Keita, Vrsaljko, Asamoah) salvo poi scoprire che tutto sta andando peggio. Perché? Su chi pesano le responsabilità? Personalmente ho stimato molto Spalletti e ancora resto vicino a quella idea, ma comincio a pensare anche ai suoi limiti. Non è un ragazzo, ha 60 anni. Allena da più di 20 e ha vinto solo una volta in Russia. Ad alti livelli l’allenatore deve essere o un fratello o un riferimento duro, coerente anche con i propri errori. Dopo tante stagioni, dopo queste 55 partite all’Inter, Spalletti non mi sembra più né l’uno né l’altro. Troppe sostituzioni discusse, troppi miglioramenti mai nati, troppe scelte di mercato non suggerite, anzi perse o subìte. Un tecnico così è molto rischioso perché porta con sé una fiducia che poche volte ripaga. Non lo manderesti mai via a cuor leggero ma non sei mai davvero convinto sia il migliore. È un bicchiere mezzo pieno, la cosa peggiore nel calcio. Ora si può però almeno dire quello che Spalletti non è: una differenza. Perde netto nei confronti di Allegri e Ancelotti, dà meno di loro nello spingere e costruire giocatori. Non inventa, organizza, mentre gli altri restano spesso nuovi anche dopo gli anni. Sta scomparendo il Milan. La sua crisi è più ideologica che tecnica, è una squadra il cui scudetto è il quarto posto, quindi abbastanza modesta per definizione. Ha molti infortunati, ha giocatori perduti come Calhanoglu, ha soprattutto dimenticato Higuain. La crisi di un grande centravanti è quasi sempre esistenziale. Nessun fuoriclasse se ne va così improvvisamente. C’è qualcosa di eccessivo e polemico nella sua leggerezza attuale, una crisi atletica mascherata da disagio tecnico reale. Come volesse essere da un’altra parte. Ma senza l’Higuain di Napoli il Milan è una squadra normale.