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 2018  dicembre 22 Sabato calendario

La Germania dice addio alle miniere di carbone

Berlino Ruhr, si chiude. Un nome che fa rima con carbone, miniere, industria ed emigrazione da oggi resta affidato ai libri di storia. Prosper-Haniel, l’ultima miniera ancora attiva nel bacino carbonifero più famoso d’Europa, ha chiuso i battenti. Per dare solennità alla chiusura della Prosper-Haniel e dei suoi 155 anni di attività, alla cerimonia sotterranea ha partecipato il presidente federale Frank-Walter Steinmeier. I Kumpel, così si chiamano fra di loro i minatori, sono scesi per l’ultima volta nel cuore della miniera usando l’ascensore che raggiunge i 1200 metri di profondità muovendosi a 42 km/h. Risaliti dalle viscere della terra, i minatori hanno consegnato al capo dello Stato l’ultimo blocco di antracite davanti ad alcune centinaia di Kumpel, alcuni dei quali in lacrime.
Grazie all’attività mineraria, la Ruhr è oggi la regione più densamente popolata della Germania, quella a maggiore concentrazione industriale, la più inquinata e quella a maggiore concentrazione di stranieri. Già nella seconda metà del XIX secolo, le miniere attive erano 300: nel corso dei decenni, l’attività estrattiva ha attirato decine di migliaia di lavoratori dalle regioni circostanti, dal resto d’Europa e dalla Turchia. «È stato il carbone a fare diventare tanti stranieri degli amici», ha affermato Steinmeier. Il processo di sviluppo dell’attività mineraria, crescita industriale e inurbamento attorno a Bochum, Essen, Dortmund e Duisburg è apparso inarrestabile. Nel 1865 i minatori erano già 40mila. Negli anni Venti del secolo passato erano 575mila unità e poi 600mila negli anni Cinquanta. Da allora è stato un lento declino. Nel 1959 estrarre carbone in Germania non conveniva più. Le massicce proteste dei minatori che vedevano minacciati i loro posti di lavoro convinsero la classe dirigente a sobbarcarsi il costo dell’industria con una politica di sussidi. Nel 2007 fu deciso che i sussidi sarebbero cessati nel 2018.
La chiusura della Prosper-Haniel di Bottrop non trova il bacino della Ruhr impreparato ma riflette un’accorta politica di smantellamento delle miniere e di riconversione ai servizi dell’economia cresciuta nella regione. E oggi Bottrop una città con 117 km di cunicoli sotterranei è una delle città più ecologiche di Germania. Il processo di abbandono della siderurgia è avvenuto anche con il sostegno dell’Unione Europea, «nipote» della Comunità europea del carbone e dell’acciaio fondata nel 1951 proprio per creare un mercato comune carbo-siderurgico, al centro di un continente riappacificato: nel 2007 erano rimasti 30mila minatori della Ruhr, mentre un anno fa erano meno di seimila. Molti dei quali hanno seguito corsi di formazione per trovare impiego altrove.
La chiusura della miniera di Bottrop non simboleggia il definitivo abbandono del carbone da parte della Germania: il Paese ha smesso di estrarre l’antracite, ma importa e brucia ancora grandi quantità di carbone e il 40% dell’elettricità dei tedeschi è ancora prodotta bruciando lignite, un carbone di minor pregio rispetto all’antracite. 
Resta il capitolo sicurezza: a ricordare i morti senza nomi delle miniere della Ruhr ha provveduto una triste coincidenza: nel giorno del pensionamento della Prosper-Hanierl, 13 minatori sono morti a seguito di un incidente avvenuto nella miniera di carbone di Karvinà, nel nord-est della Repubblica Ceca.