Corriere della Sera, 22 dicembre 2018
Meloni privata tra gelosia e ferite: «Chiusi con papà, avevo solo 11 anni»
Dice che si è sentita «a suo agio», e che ha trovato naturale aprirsi. Chiede «non avrò esagerato?», un po’ si schermisce, un po’ la prende a ridere. Ma davvero Giorgia Meloni, nell’intervista Francesca Fagnani per il ciclo «Le Belve» andata in onda ieri sera su Nove, si apre come raramente un politico fa. Raccontando della sua infanzia e del difficilissimo rapporto col padre, un estraneo praticamente, che l’ha ferita e alla cui morte ha reagito «con indifferenza»; fulminando con un «è cattiva» una collega, Alessandra Mussolini; confessando che sì, di gelosia soffre, e come tante spia il cellulare del compagno, si insospettisce, indaga perché gli uomini non sono proprio capaci di «nascondere» e vanno controllati da vicino.
Come la sua maternità, che fu centrale durante la corsa al Campidoglio e che lei visse con orgoglio perché «adoro le donne e adoro le madri», anche questo racconto privato entra a comporre il puzzle di una donna politica dal polso e i toni duri ma dal cuore che, magari perché ha bisogno di carezze, si apre facilmente. «Troppo?», chiede ancora.
«Mio padre ha fatto di tutto per non farsi voler bene, stimare. Faccio fatica a dire che era una brava persona», racconta la leader di FdI, descrivendo un uomo anaffettivo, che se ne andò da casa quando lei aveva appena un anno e la sorella due lasciando che a crescere le bambine fossero la mamma e i nonni materni, mentre invece col ramo paterno i rapporti sono praticamente inesistenti. Un uomo che si trasferì alle Canarie per farsi una nuova vita con un’altra compagna e che dedicava alle figlie pochissimo tempo, qualche vacanza estiva, e nessun pensiero: «Non mi va di raccontarlo, ma se una bambina di 11 anni decide che il padre non lo vuole vedere più e poi lo fa davvero, evidentemente quest’uomo qualcosa ha fatto».
Le parole, quelle dette che feriscono o mai dette che provocano dolore allo stesso modo, fanno tanto male da far decidere di interrompere un rapporto, da renderlo impossibile, questo fa capire tra le righe la Meloni. La distanza, l’indifferenza possono rendere un padre «un estraneo»: quando qualche anno fa morì di leucemia «io alla notizia non provai né odio né dispiacere. Non provai nulla. Era come se fosse morto un personaggio della tivù, solo questo. Vuol dire che qualcosa di profondissimo si è scavato nell’inconscio di una bambina. E questa sì che è una cosa che mi fa arrabbiare».
Anche per questo forse, dice, si sente così vicina «alle donne». Non tutte però. Una, avversaria da sempre a destra anche se hanno militato nello stesso partito, è Alessandra Mussolini: «Non ho grande stima del personaggio, tende a essere abbastanza cattiva, gratuitamente, con le donne. Con me, con tutte...». Una stilettata che fa cadere dalle nuvole l’europarlamentare: «Sinceramente sono sorpresa, pensavo avesse ben altre cose di cui occuparsi. Ma io le donne le rispetto e le stimo, quindi non replico...».
C’è però anche spazio per la leggerezza nell’autoritratto della Meloni donna: «Non sono una che faceva a botte per politica, non meno... Salvo per gelosia – ride —. Sì, ogni tanto è successo». Se anche con il suo compagno da 4 anni, Andrea, con il quale ha avuto due anni fa la piccola Ginevra non è dato sapere: «Beh, all’inizio della nostra storia ci fu un fatto di gelosia, sì. Me la sono presa un pochino... E mi sono difesa». Per prevenire o evitare scantonamenti, come fanno tante, anche lei controlla il cellulare del compagno perché «c’è poco da fare, gli uomini proprio non sono capaci, se fanno qualcosa di male tu lo sai, te ne accorgi... Cancelli il messaggio? Ma bello mio, io faccio la ricerca, vedo le telefonate che hai fatto, le foto... E se serve chiamo i servizi – scherza – ho un amico al ministero dell’Interno, gli dico “caro Matteo Salvini mi servono dei tabulati di alcune telefonate!”». Perché la Meloni è una donna normale con le sue paure, insicurezze e arrabbiature. Ma resta una leader politico. E allora meglio non fare scherzi a chi ha qualche amico che, nel momento del bisogno, può essere molto utile. Almeno a sconsigliare scherzi, che «gli uomini è facile svagarli, e quindi...».