Corriere della Sera, 21 dicembre 2018
Nonno Ernest, papà Gregory: tutte le ossessioni degli Hemingway
Nonno, figlio, nipote. E un cognome tanto famoso quanto ingombrante: Hemingway. È John, il più giovane, a raccontare le memorie di famiglia che toccano Ernest e Gregory. Del primo, autore di libri che sono capolavori universali, si sa tutto. O quasi. Il resto viene svelato di riflesso attraverso i tratti comuni a entrambi – carattere, passione per la caccia, la pesca e le donne – compreso quel «lato oscuro» che John Hemingway, autore di Una strana tribù. Memorie di famiglia (traduzione di Maria Grazia Nicolosi, introduzione di Roberto Vitale, Marlin editore, pagine 221, e 17,90) descrive senza imbarazzi: sia Ernest sia Gregory soffrivano di malattia bipolare ed erano affascinati dall’androginia. Del resto, il mito machista e il culto della virilità, alimentati dal celeberrimo nonno, erano solo una parte, pur preponderante, della personalità. Nel caso di Gregory, l’attrazione per il «femminile» (spesso indossava abiti da donna) era sfociata nell’intervento chirurgico. Ma lo scavo dell’autore va oltre: «Come alcuni biografi approfondirono l’odio che Ernest aveva nutrito nei confronti di sua madre, io, in quanto figlio di Gregory Hemingway – nota John – non potei che verificare l’ossessione che mio padre ebbe nei confronti del suo». Da qui, il legame complicato fra i due (con il supporto di lettere inedite e molto violente) sviscerato nelle pagine del libro («cominciai questo lavoro quando vivevo a Milano negli anni Novanta») pubblicato con successo ma finora inedito in Italia. È uscito per merito di Marlin, piccola casa editrice campana (nome evocativo nel mondo di Hemingway) di Tommaso e Sante Avagliano.