Corriere della Sera, 19 dicembre 2018
Ambientalisti comprano le dune di Chiaper 100 mila euro
«Pezzo a pezzo si stanno comprando i gioielli della Sardegna, coste e spiagge. Sono soprattutto investitori arabi e staccano assegni con cifre in bianco». Stavolta però all’emiro che aveva messo gli occhi sull’incantevole baia di Chia — estremo sud della Sardegna — è andata ma-le: il Gruppo di Intervento Giuridico, associazione ambientalista attiva in tut-ta Italia, ha avuto un’idea «non so se più coraggiosa o folle», dice Stefano Deliperi, fondatore e presidente. «Acquistiamo noi la spiaggia e le dune. Siamo stati fortunati: il proprietario, che l’ha ereditata, ci ha stupito: “Preferisco che rimanga a disposizione di tutti e non che finisca recintata e manomessa. Guadagnerò meno, ma sarò a posto con la coscienza. Non è ricco, diciamo che è benestante e vuole per ora rimanere anonimo». L’arabo — vicino, pare, a un gruppo che ha già investito in Sardegna in Costa Smeralda — «aveva offer-to una cifra con tanti zeri». La spiaggia e le dune di Su Giudeu, 4 ettari, 300 metri di arenile, insignita di 5 vele e definita la più bella d’Italia da Legambiente, è ora del Grig per 100 mila euro. Il preliminare è stato firmato ieri: «Abbiamo versato quasi metà della somma. Il resto? Apriamo una sottoscrizione e speriamo…». A poca distanza da spiaggia e dune volevano costruire un albergo e un comples-so turistico edilizio, con una lottizzazione approva-ta nel 1976. Il Grig si è op-posto, la magistratura ha intimato lo stop al proget-to. È la prima volta in Italia che un’associazione eco-logista acquista una spiag-gia. Il Gruppo d’Intervento Giuridico, nato nel ‘92 in Sardegna, contrasta i pro-getti di speculazione edi-lizia con ricorsi e carte bol-late, grazie a un pool di volontari che conosce ogni piega di leggi, regolamenti e direttive europee. La sot-toscrizione è già partita: «Si accettano offerte libere, dai 30 euro in su — dice Deliperi —. Abbiamo acquistato la spiaggia per fare un regalo ai nostri figli e nipoti e garantire la fruizione pubblica. Confidiamo nella generosità dei sardi e di chi pensa che questi luoghi debbano rimanere come natura li ha fatti».