La Stampa, 19 dicembre 2018
Boom di donatori di organi con i documenti elettronici
È bastato un colpo di spugna alla burocrazia a far emergere l’animo solidale degli italiani, che in numero quasi tre volte superiore al 2017 negli undici mesi trascorsi di quest’anno hanno espresso la loro volontà di donare un organo a chi ne ha bisogno. Questo grazie alla più rapida diffusione della nuova carta d’identità elettronica, che senza certificati, bolli e timbri consente barrando una semplice casella di far registrare le proprie intenzioni in materia di donazione. I dati presentati dal presidente del Centro nazionale trapianti d’organo, Alessandro Nanni Costa, rilevano infatti che le dichiarazioni registrate ai Comuni sono passate da 998mila a 2 milioni e 7845mila. Un vero boom, che sommato alle volontà di donazione espresse alle Asl e all’Aido porta a 4 milioni e 298mila l’esercito dei potenziali donatori.
Pazienti in attesa
Numeri che fanno ben pensare in futuro a un più robusto calo delle liste d’attesa, alle quali sono iscritti 8.765 pazienti, ma che qualche segno di miglioramento lo hanno già dato. In particolare quelle di chi è in attesa di un rene per uscire dalla dialisi. Qui il numero dei pazienti è costantemente sceso negli ultimi anni, passando dai quasi settemila del 2015 ai 6.521 di quest’anno. E al Centro trapianti annunciano ora la messa a punto di un nuovo algoritmo che definisce criteri più equi e uniformi sul territorio nazionale per stabilire le priorità nell’attribuzione dei reni.
Ma come per la sanità nel complesso, anche sui trapianti ci sono due velocità, con un centro nord (Toscana in testa) che fa numeri vicini a quelli della Spagna, paese leader in Europa, e il Sud che invece arranca e non certo per mancanza di solidarietà da parte della popolazione. Colpa delle carenze di personale e in alcuni casi dei posti letto nelle rianimazioni per certificare la morte cerebrale, “ma più spesso per cattiva organizzazione e sensibilità nel mettere a punto le procedure necessarie”, denuncia Nanni Costa.
Nonostante tutto i nuovi dati sui trapiantati in Italia nei primi undici mesi dell’anno confermano l’exploit del 2017, quando i donatori utilizzati erano saliti da 1.298 a 1.437. Mentre nel 2018 non ancora ultimato ci si assesta momentaneamente a quota 1.373. A inizio anni Duemila, ricorda Nanni Costa, si arrivò ad appena 911 donatori utilizzati per attività di espianto.