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 2018  dicembre 19 Mercoledì calendario

Il grande affare degli stress-test

MILANO
«Caso-Schauble» in Bce: l’ex ministro delle finanze tedesco ha lanciato una sorta di crociata personale sulla governance dell’autorità di supervisione bancaria (l’SSM), puntando il mirino sui conflitti di interesse nella gestione degli stress test e persino sulla trasparenza delle spese sostenute. Ma soprattutto, Schauble ha aperto un fronte estremamente delicato per l’autorevolezza e la credibilità dell’autorità di supervisione bancaria: il ruolo, le incompatibilità e i contratti di servizio delle società private coinvolte dall’Eurosistema nella conduzione e nell’analisi dei dati raccolti negli stress effettuati tra il 2014 e il 2018. 
Da un fitto (e a volte molto teso) scambio di lettere tra il neo-presidente del Bundestag e Daniele Nouy, la responsabile della supervisione bancaria Bce, di cui Il Sole 24 Ore ha avuto una copia, emergono aspetti inediti e sorprendenti: il pressing di Schauble ha costretto per esempio la Nouy a rivelare che gli stress test del 2014 sono stati effettuati insieme alla società di consulenza Oliver Wyman per la “modica” cifra di 26 milioni di euro, pari al triplo degli 8,3 milioni pagati nel 2016 per lo stesso servizio ad altre due società private assunte a contratto, di cui una era la McKinsey che ha avuto dalla Bce 1,5 milioni di euro. Della Oliver Wyman era nota la collaborazione sugli stress test ma non la cifra esorbitante incassata dalla società di consulenza, mentre il ruolo della McKinsey era rimasto parzialmente dell’ombra. 
Ma la novità davvero clamorosa che emerge dal carteggio, è il nome della società che ha avuto il ruolo-guida nelle verifiche bancarie del 2016, quelle che tra l’altro segnarono il destino del Monte dei Paschi di Siena: la società era Blackrock, il più grande asset manager del mondo e il più importante investitore internazionale nel settore bancario. La Bce è così serena sull’etica di BlackRock, da aver assegnato anche gli stress test del 2018 ad analisti e gestori del colosso americano del risparmio investito. 
Nè la Bce, nè l’autorità di supervisione degli stress test hanno mai rivelato di aver affidato le verifiche di affidabilità patrimoniale delle banche europee a una società di Wall Street che sulle stesse banche investe decine di miliardi di euro. Almeno sulla carta, la presenza di BlackRock tra gli esaminatori delle banche deve essere apparsa a Schauble come un palese conflitto di interesse e soprattutto come una falla potenzialmente pericolosa nel sistema di controllo e garanzia della riservatezza dei dati sensibili di ogni singola banca. «Vorrei sapere al più presto – ha scritto Schauble alla Nouy – se sono già stati accertati episodi di violazione degli obblighi di riservatezza, o se uno dei consulenti ha mai usato a proprio vantaggio informazioni ottenute nel corso degli stress test». In una delle lettere contenute nel carteggio (con data 6 novembre 2018), la Nouy cerca di ribattere punto su punto ai forti rilevi di Schauble, rassicurando il parlamentare tedesco sulla validità delle misure attivate da Eurotower per prevenire l’uso illecito delle informazioni raccolte da una società in evidente conflitto di interesse come Blackrock: «Tutti i contratti della Bce con soggetti privati impongono l’obbligo della riservatezza – ha replicato l’alta dirigente dell’eurosistema – e quindi non c’è ragione per preoccuparsi. Abbiamo anche imposto alle società coinvolte nell’esercizio di verifica patrimoniale, di non assegnare «per un certo periodo di tempo» ai consulenti che hanno lavorato sugli stress test, alcun incarico o valutazione di investimento sulle banche di cui si sono occupati nei test. Ma anche questo non è bastato a Schauble: il leader cristiano-democratico tedesco ha continuato infatti a incalzare Danièle Nouy proprio sulla questione dell’incarico a BlackRock, chiedendo spiegazioni sulle procedure seguite nell’assegnazione del contratto: «L’incarico – ha risposto la Nouy – è stato assegnato a Blackrock con una procedura competitiva totalmente trasparente». Meno trasparente deve essere sembrata a Schauble la procedura seguita con Oliver Wyman. Al politico tedesco, che aveva chiesto spiegazioni sul bando di gara, la Nouy ha risposto così: «Il bando non c’è perchè avevamo urgenza di cominciare i test...».