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 2018  dicembre 19 Mercoledì calendario

La matematica Wasan praticata dai giapponesi

Il Giappone si chiuse interamente al mondo dal 1603 al 1868. Fu un’era che vide nascere originali forme di pensiero e d’espressione artistica. Ma tra il 1650 e il 1720, nel cuore del famoso periodo Edo, sbocciò anche un metodo matematico completamente indipendente, il wasan. In quei 70 anni il Giappone diede alla luce matematici in grado di produrre risultati identici a quelli dei loro contemporanei europei, ma tramite un metodo diverso. Due matematiche con differenti percorsi ma con identici esiti.
Il periodo di isolamento terminò con l’arrivo delle navi americane che dimostrarono quanto la chiusura nipponica avesse rallentato lo sviluppo dell’innovazione in quei due secoli e mezzo. L’imperatore fu quindi costretto a invertire la rotta in maniera così drastica che tutti i più importanti accademici furono mandati a studiare in Francia e in Germania per apprendere i rudimenti della fisica e della chimica e mettersi al passo con le nozioni scientifiche e militari occidentali. I giapponesi furono così rapidi nell’apprendimento che appena 30 anni dopo la riapertura delle frontiere furono in grado di vincere una guerra contro la Russia e la Cina.
In quel periodo di scoperta dell’Occidente, l’antico e autoctono metodo matematico fu proibito in tutte le scuole, poiché gli allievi furono obbligati ad apprendere solo il metodo europeo. E il wasan rischiò di scomparire. Ma invece ora, grazie al lavoro di molti studiosi, torna alla luce.
A questo sforzo di conservazione e rinascita dello studio del metodo matematico giapponese contribuisce ora un volume edito dalla Nave di Teseo, Wasan. L’arte della matematica giapponese di Hirano Toshimitsu, professore all’Università delle Donne di Kyoto, con illustrazioni di Jessica Lagatta e la traduzione di Rino Serù.
Si tratta di un grazioso volumetto, sia nella confezione grafica che nelle illustrazioni, su questa particolare scienza applicata giapponese del periodo Edo che racconta come nel 2008 l’autore venne a conoscenza dei sankugu, le tavolette di legno esposte ancora oggi nei santuari shintoisti e nei templi buddisti. Difatti, questa matematica «veniva praticata in maniera diffusa non solo dagli studenti», come scrive il professor Makio Tsuchikawa nell’introduzione, «ma anche dai cittadini comuni che sviluppavano problemi matematici per risolvere problemi pratici o anche per semplice divertimento».
Ed è questo l’aspetto più accattivante del Wasan, l’applicazione pratica ed estetizzante della matematica agli oggetti della vita quotidiana giapponese. Quando un cittadino riusciva a risolvere un problema matematico, donava la tavoletta sangaku al tempio o a un santuario, in segno di riconoscenza alle divinità.
Era una pratica comune nel periodo Edo e visto che all’epoca non esistevano conferenze accademiche, questo era anche l’unico modo per rendere pubbliche le proprie intuizioni e aprire la sfida ad altre menti matematiche.
Senza entrare troppo nei dettagli più tecnici, come il fatto che esistono due scuole di pensiero del wasan, quella della matematica applicata sviluppata da Mitsuyoshi Yoshida e quella della matematica teorica del famoso Takakazu Seki, basti sapere che questo volume in realtà può essere accessibile a tutti perché contiene esercizi pratici nei quali misurarsi. Difatti, questo metodo è oggetto di una riscoperta come sistema per stimolare i bambini, affinché sviluppino le proprie abilità nel risolvere creativamente i problemi matematici.
Gli esercizi sfidano, ad esempio, a calcolare gli archi necessari per costruire l’elegante ventaglio rotondo di carta uchiwa; oppure come costruire la lanterna tourou; o il gioco delle sfere temari, come anche le bambole tushi-ningyo di Fushimi. Oppure, si formula un problema basato sulla scrittura delle poesie su strisce di tanzaku, in occasione di una festa di due giorni, per osservare insieme agli amici la fioritura dei ciliegi e via continuando con una serie di esempi irresistibili per ogni nippofilo che si trovi a sfogliare queste pagine. Difatti, chi ama la precisione, la cura del dettaglio e l’eleganza delle proporzioni che la cultura giapponese contribuisce al mondo, non può farsi scappare questo delizioso Wasan.