La Stampa, 17 dicembre 2018
Sean Penn va su Marte (in una serie tv)
«Signor Bradbury, sono anni che scrive di Marte, dei suoi popoli e delle sue città. Ora che siamo arrivati lassù e ci siamo accorti che non c’è vita, come ci si sente?». Bradbury si ferma, sospira e risponde: «Ma lei è un idiota, un matto! Certo che non c’è vita su Marte. Guardi noi: siamo noi i marziani!».
Questo lo scambio fra il giornalista della Bbc Roy Neal e il grande scrittore di fantascienza Ray Bradbury (1920-2012), autore delle celebri “Cronache marziane” (racconti usciti in volume nel 1950), avvenuto il 20 luglio 1976, quando la sonda spaziale Viking scende su Marte, scambio che sembra riecheggiare nella serie tv “The First”, dal 19 dicembre in onda su TIMVision e presentata al pubblico il 18 con i primi due episodi in anteprima in 30 sale cinematografiche (l’elenco è su nexodigital.it e su timvision.it).
Siamo nel 2030, in un mondo molto simile al nostro, appena più tecnologico, e in Louisiana sta per essere lanciato il razzo Providence 1, con la prima spedizione su Marte di esseri umani. Tom Hagerty, ex comandante della missione, dalla quale è stato sollevato a causa di problemi familiari (moglie morta, figlia tossicodipendente) vede il lancio in televisione, che si rivela disastroso: il razzo esplode e tutto l’equipaggio muore. Laz Ingram, dirigente della società privata che gestisce la missione per conto della Nasa, vuole convincere il Congresso e il Presidente degli States (che adesso è una donna) ad allestire un nuovo viaggio (hanno due anni di tempo) e vorrebbe che ci fosse di nuovo a capo Hagerty, che però sta ricucendo il rapporto con la figlia e ha paura che, abbandonandola per tornare nello spazio, riaffiorino i suoi problemi di droga. Sean Penn (in ottima forma fisica malgrado i quasi sessant’anni) è perfetto come Hagerty
Sean Penn (in ottima forma fisica malgrado i quasi sessant’anni) è perfetto come Hagerty: all’inizio sembra vinto dalla vita (porta in giro il cane, si allena, si disinteressa quasi della missione dalla quale lo hanno estromesso), ma è pronto all’azione non appena vede l’esplosione del razzo (si precipita subito dai parenti dei colleghi morti a rincuorarli).
Natascha McElhone è una Laz Ingram all’apparenza classica fredda donna d’affari (non vorrebbe neppure andare dai parenti delle vittime), ma il discorso alla Presidente con il quale dice che Marte è l’ultima frontiera della razza umana visto che il clima planetario sta cambiando sempre di più (anche se nei primi episodi quasi non si vede, sono cambiamenti soft, ma inesorabili), è intenso e sofferto.
“The First” è stata creata da Beau Willimon, già showrunner di “House of Cards” e come l’altra sua serie sembra basata soprattutto sui rapporti fra i personaggi. Del resto, che noi terrestri fossimo i veri marziani lo aveva già scritto Bradbury nei suoi racconti sul Pianeta Rosso, e la domanda di Neal denotava l’ignoranza del giornalista. Negli ultimi anni lo scrittore dell’Illinois, osservava che secondo lui gli smartphone e i computer ci stavano incatenando alla terra, non spingevano più l’umanità a conquistare le stelle.
“The First”, con protagonisti davvero “bradburyani” nella loro umanità come Hagerty e Ingram, e con uno slancio ideale per far tornare l’umanità nello spazio, gli sarebbe probabilmente piaciuta.